Ciaspolata sul Monte Pagano

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Lascio alle spalle il muro di nebbia che mi ha accompagnato sino a Monno; la sbarra oltre l’abitato che d’inverno chiude la provinciale che sale verso il Passo Mortirolo segna l’inizio della ciaspolata e, come l’aprirsi di un sipario che dà il via allo spettacolo, così la nebbia retrocede aprendo la sua fitta coltre difronte allo scenografico panorama montano.


Il percorso segue di pari passo la vecchia mulattiera per il Passo Mortirolo ma, raggiunto il Ponte Palu, abbandona la direzione del valico e piega a destra calcando la strada militare che sale verso il Monte Pagano.


Un sinuoso e dolce alternarsi di tornanti che lascia nel fondovalle il fitto bosco di larici per regalare, in quota, l’apertura sulle cime della Valcamonica che tutt’attorno disegnano l’infinito panorama.


Seppur non troppo abbondante, il manto nevoso cerca di smussare le asperità della montagna, addolcendo il terrapieno che sorregge la strada militare ma anche il ricordo della Grande Guerra che qui, sul Monte Pagano, porta ancora oggi i segni di quel retrovia del Fronte dove, fortunatamente, non venne combattuta alcuna battaglia.