Traversata del Pizzo Coca... nel regno di Frozen

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05/01/2019: La neve è ancora lontana e gli sci rimangono amaramente nel garage, ma per fortuna ci sono altre alternative per godersi i monti e le condizioni dei canali, specialmente in alta quota, paiono davvero buone ed imperdibili. Così con Corti e Simon decidiamo di svolgere lo scavalco da est ad ovest del pizzo Coca, lunga ed impegnativa escursione, ma che certamente ci regalerà grandissime soddisfazioni. Partiamo da Valbondione alle 3:55 del mattino sotto una stellata grandiosa, anche se sui sente già il soffio del vento sulle cime. Saliamo al rifugio Curò con passo deciso e attento per il ghiaccio che in più punti ricopre tutto e ci fermiamo qualche minuto all'interno del locale invernale per un breve ristoro. Lasciato l’accogliente piccolo locale veniamo accolti da forti raffiche di vento e dal freddo pungente, ma proseguiamo determinati verso la Val Morta fino al laghetto dove le prime luci del nuovo giorno illuminano le imponenti pareti e ci mostrano il nostro obiettivo, il canale nord-est. Il vento non da tregua e per indossare i ramponi e prendere le picche ci proteggiamo dietro ad alcuni grossi massi. Ammiriamo gli splendidi colori dell’alba e proseguiamo su terreno sempre più ripido verso il meraviglioso budello bianco che ci porterà quasi sulla vetta più alta delle Orobie. Nel canale la neve è ottima e anche i due salti di ghiaccio, sono in condizioni perfette e le punte di picozze e ramponi lavorano che è un piacere. Saliamo con passo lento e constante immersi in un mondo di ghiaccio e neve, le pareti che ci circondano sono ricoperte dallo strato bianco e le cime visibili fanno da cornice ad una giornata davvero stupenda. Qui, all'interno del ripido budello, nemmeno il vento si sente ed è un piacere procedere verso l’alto. Prima dell’uscita dal canale ci fermiamo per coprirci e rifocillarci perché sentiamo che sopra di noi il vento corre. All'uscita lo spettacolo è incredibile, siamo a breve distanza dalla vetta più alta delle Orobie e tutto attorno a noi è un tripudio di cime e valli, ma non è ancora il momento per potersi rilassare. Infatti prima di arrivare sulla cima dobbiamo affrontare una disarrampicata esposta e su roccia poco stabile dove ci faremo sicura con la corda e poi percorrere un breve traverso ghiacciato e qualche decina di metri della cresta nord. Con calma ed attenzione percorriamo questo che, per ora, è il tratto più insidioso prima di raggiungere la bella croce che svetta sopra tutte le altre Orobie. Sono passate quasi otto ore dalla partenza, la cima è tutta per noi, e la soddisfazione ci scorre nelle vene come noi mai. Il panorama lascia senza fiato e ce lo gustiamo tutto nonostante il freddo ed il vento. Dopo la pausa riprendiamo il nostro viaggio percorrendo a ritroso la lunga parete ovest che ci porta, dopo un’infinita discesa faccia a monte, al laghetto di Coca. Da qui le difficoltà tecniche sono finite, mentre la fatica no anche perché lungo tutto il pianoro del lago la neve è davvero pessima con crosta dura e sfondosa. Raggiungiamo il rifugio Coca nelle prime ore del pomeriggio e finalmente, al riparo del locale invernale, possiamo permetterci un momento di relax mangiando i nostri panini e bevendo il thè ormai divenuto freddo. Ora non ci resta che percorrere il ripido sentiero che dal nido d’aquila del Coca ci riporta alla frazione Grumetti che raggiungiamo dopo quasi 14 ore dalla partenza. Prima di cambiarci e di metterci in auto per rientrare alle rispettive abitazioni, una forte stretta di mano ed un abbraccio perché questa non è stata una semplice escursione, per noi è stato un vero e proprio viaggio nel cuore delle Orobie che, ancora una volta, ci hanno regalato emozioni uniche ed una storia che ricorderemo per tutta la vita! 

Commenti

mariolu sonzogni 5 anni, 2 mesi

complimenti!!!

  • PAOLO PANIGADA 5 anni, 2 mesi

    ..che salitona tosta..bravi !!!