Crocevia: Francesca Gallo incanta a Civate

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Successo domenica 20 ottobre per il primo degli incontri autunnali dedicato agli autori e alla montagna, promosso da Orobie. La musicista che costruisce fisarmoniche ha parlato del suo rapporto con la natura e della necessità di ripartire dall'esperienza e dalla vita vissuta.

Ha incantato il pubblico di Civate (Lecco) con i suoi racconti, con la voce e la fisarmonica, Francesca Gallo, di Treviso, che domenica 20 ottobre ha inaugurato la seconda serie di «Crocevia. Sentieri e autori che si incontrano». A causa del maltempo la conversazione, promossa dalla rivista Orobie in collaborazione con Italcementi-HeidelbergCement Group, inLombardia e Regione Lombardia, non si è potuta tenere nell'abbazia di San Pietro al Monte, ma in molti hanno raggiunto per l'appuntamento villa Canali, la sede alternativa messa a disposizione dal Comune.

«Parla» con gli alberi

È stato Ruggero Meles, alpinista e scrittore, a presentare Francesca Gallo, musicista e unica donna del panorama nazionale a realizzare fisarmoniche a mano. Una lunga e interessante conversazione, cominciata dalla descrizione del rapporto che Francesca Gallo ha con la natura. «Mi definiscono "La donna che parla con gli alberi" e questo mi mette un po’ paura – ha detto –. In realtà è tutto molto più semplice: mi limito a osservare la natura e, in generale, non c'è una chiara percezione di questo. Ecco che allora ci si stupisce se qualcuno, come me, riesce a cogliere le vibrazioni degli alberi».

Lei è cresciuta nella bottega di lavorazione del legno del papà e ne ha respirato l’arte. «Utilizzo alberi da sole, vale a dire da frutto – ha spiegato a Civate – perché è un legno che consente di ottenere suoni rotondi, che ti avvolgono. Ci vogliono 500 giorni per costruire una fisarmonica, senza mai perdere d’attenzione il rapporto con la natura. Le fasi della Luna, per esempio, con la relativa umidità che ne consegue, incidono molto sul mio lavoro, come su quello di molti altri artigiani, a iniziare da panettieri e pasticceri».

Esperienza e vita vissuta

Francesca Gallo ha studiato sui libri, ma ha soprattutto parlato con chi vive e lavora all'aria aperta, ha fatto sue le esperienze dei contadini. «Dobbiamo ripartire da lì – ha concluso – dall'esperienza e dalla vita vissuta. E affidarci alle nostre mani, alle abilità del nostro corpo». La conversazione è stata alternata con alcune canzoni della tradizione popolare, accompagnate dalla fisarmonica a bottoni che ha costruito con legno di pero.

Poi tanti racconti, legati pure agli incontri con gli emigranti italiani in Belgio e in Canada, per aggiungere: «Vicende che vanno lette con gli occhi di quei tempi. Il senso della memoria è sapere cosa è successo, non dare delle interpretazioni personali». Per parlare poi di montagna: «Lì – ha sottolineato Francesca Gallo –, rispetto alla città dai valore alle persone che incontri e trovi un senso di comunità che la città non ha. Lì senti ogni suono. Non parlo di contrapposizioni, bensì di dialogo che ci deve essere tra questi due mondi. Che vanno vissuti per renderli luoghi, altrimenti diventano semplicemente posti. Va trovato un equilibrio, che dovremmo essere in grado di leggere con la nostra esperienza. Vivere in montagna? È possibile se ci sono i servizi, a cominciare dalla strade. Servono progetti per valorizzarla e renderla vivibile».

I saluti istituzionali sono stati portati dall'assessore del Comune di Civate Silvia Tantardini e dal direttore di Orobie, Paolo Confalonieri. Un ringraziamento particolare è stato per gli Amici di San Pietro al Monte, per la disponibilità nell'accogliere i partecipanti a questo incontro di «Crocevia».

Guarda la gallery con le fotografie di Marco Mazzoleni