Rifugio Grassi

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Il rifugio Grassi venne costruito dai soci della Società Escursionisti Lecchesi (SEL) nel 1921 per onorare i suoi caduti nella prima guerra mondiale. Come molti altri rifugi della zona, venne distrutto durante la seconda guerra mondiale (più precisamente nell'ottobre del 1943), ma nel 1946 venne subito ricostruito e ristrutturato in anni recenti.

Un tempo era invece conosciuto per le attività estrattive. Per anni il materiale ferroso venne impiegato per produrre chiodi nelle numerose fucine presenti nella valle Brembana. Di quella dura attività rimangono oggi, a testimonianza, solo le discariche delle miniere. La zona circostante il rifugio presenta, a primavera e in estate, fioriture molto belle di crochi e di primule. L'escursionista, prestando attenzione, può inoltre imbattersi in caprioli e in camosci, che numerosi popolano la zona, così come le marmotte.

Già nel medioevo, nei pressi del rifugio, veniva svolta un'intensa attività estrattiva di minerale di piombo e di argento, lo testimoniano i resti delle discariche.

Il rifugio è situato nei pressi del passo del Camisolo, all'inizio della lunga cresta ovest del pizzo Tre Signori. Domina l'ampio vallone adibito a pascolo del Camisolo, dove ancor oggi si esercita l'antica pratica dell'alpeggio con la produzione del tipico Formai de mut (formaggio di monte).

È di proprietà della Società escursionisti lecchesi (SEL), è aperto da giugno a settembre in modo continuativo e ha una capienza di circa 40 posti letto.

(fonte Wikipedia)