Ciaspolata ai Piani di Artavaggio

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Immerso nel bianco e nero ed il colore che si alternano fra loro con l’andare ed il venire della bassa nebbia mattutina, il sentiero si allunga tortuoso tra le caratteristiche baite della val Taleggio ed alcuni ruderi tutti ammantati dalla recente nevicata marzolina. Il paesaggio è da fiaba e gli unici rumori che si sentono sono quello delle ciaspole che calpestano la neve ed il cinguettare degli uccellini che annunciano la primavera.

Lasciate alle spalle Bonetto e Cantoldo, il sentiero, che ricalca integralmente la strada forestale verso la meta, si perde tra pianori punteggiati da grumi di baite in rovina, si alza lentamente quasi avesse l’intenzione di rallentare, perdere tempo e consentirci in tal modo di ammirare serenamente tutta la vallata che stiamo attraversando, ai bordi della quale si alzano le cime del Corno Zuccone, del Sodadura e più in lontananza dell’Aralalta e delle Grigne.

Un’accesa pendenza, forse l’unica, è la porta di accesso ai Piani di Artavaggio pennellata dalle piste di discesa e dai diversi rifugi alpini dai quali proviene un profumino invitante.

Commenti

mariolu sonzogni 4 anni, 1 mese

molto belle Cristian....

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