FORBESINA, UN SONNO PROFONDO
Il gioco cromatico è quello autunnale. Una cornice di larici fiammeggianti sui chiaro-scuri tipici della stagione, quando il tramonto arriva velocemente e le ombre si allungano a dismisura. Una cartolina, quella dell’alpeggio di Forbesina, sopra Chiareggio, quota 1.700. La guardi da qui, dalla mulattiera che sale verso il passo del Muretto e l’impressione è che tutto sia uguale a cinquanta, cento anni fa: le baite in pietra, la nord del Disgrazia che le sovrasta, la valle del Ventina con il ghiacciaio omonimo sulla sinistra e a destra la testata della valle che conduce allo stesso valico. Invece non è così: purtroppo l’autunno non riguarda solo la natura che ripete inesorabilmente il suo ciclo. Niente primavera per l’alpeggio e le sue architetture che come tantissime altre giacciono ormai abbandonate o quasi. Dormono un sonno che dura ormai da diversi anni e, a parte qualche rara eccezione, sembra destinato a farsi sempre più profondo. A novembre le abbiamo messe in copertina. Augurandoci che, prima o poi, si possano risvegliare.
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