Articolo

IL MISTERO DEL FOLIAGE

28 Ottobre 2016 / 12:10
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Scritto da Redazione Orobie
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IL MISTERO DEL FOLIAGE

28 Ottobre 2016/ 12:10
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Scritto da Redazione Orobie

Come non restare affascinati dai colori dell’autunno che dipingono la natura che si trasforma e si prepara all’inverno. Calde tavolozze che ci vengono regalate dai misteri del foliage e che si possono apprezzare, nel numero in edicola a novembre di “Orobie”, grazie alle stupende immagini di Mauro Lanfranchi, arricchite dal testo di Simone Ciocca. Un articolo che intende essere un invito rivolto a tutti – e in particolare ai fotografi – a vivere, anzi meglio, rivivere certe magie.

Le faggete pure, sono indubbiamente le più estrose: se il clima è favorevole ciascun esemplare, ciascun ramo o addirittura ciascuna foglia può assumere contemporaneamente più di un colore. Le foglie del faggio, partendo dal verde estivo virano rapidamente attraverso il giallo-verde fino al giallo-arancio e infine si preparano alla caduta vestendosi di fulvo.

Ai primi freddi gli alberi iniziano a metabolizzare la clorofilla, in quanto la sua molecola contiene azoto, nutriente prezioso che viene immagazzinato nei fusti: si rivelano così le tinte gialle dei carotenoidi, precedentemente mascherati dal verde. Il processo è evidente nella betulla, che mentre si sveste illumina di verde-giallo i margini boschivi per passare poi al giallo limone, scoprendo man mano la candida pelle della corteccia. Gli antociani presentano invece una gamma di tinte che va dal rosso al blu, che nelle foglie hanno probabilmente una funzione protettiva verso i raggi ultravioletti.

Al di là delle spiegazioni scientifiche, l'aspetto innegabile per noi amanti della natura e appassionati fotoamatori è che si tratta dell’ennesimo regalo. Molte specie mutano lentamente il proprio fogliame da verde, a lime, a giallo: il pioppo nero in pianura, il tiglio selvatico nella fascia collinare, il frassino maggiore in montagna. Il carpino bianco, l’olmo e l’acero campestre si avvolgono di calda ambra. Sui bassi versanti caldi si scuriscono in vinaccia le foglie dell’orniello e dello scotano, a terra si arrugginiscono le foglie del carpino nero e del nocciolo. Sulle vette l’oro dei larici è un tesoro sparso tra le cupe peccete.

E allora, alle porte dell'inverno, lasciamoci catturare da qualche escursione nei boschi alpini e prealpini per immortalare l'esuberanza del foliage nostrano.