Il divieto di svolgere attività escursionistiche e alpinistiche sulla Presolana, sul Pizzo Corzene, sul monte Visolo e sulle Creste di Olone, deciso dal Comune di Castione della Presolana ha subito scatenato proteste e discussioni. 

A questo provvedimento si sono aggiunte le ordinanze del Comune di Vilminore riguardo al sentiero che da Pianezza porta alla Diga del Gleno e a quello che da Nona porta al Passo della Manina.

Nel dibattito interviene anche il Cai di Bergamo. Così il presidente Paolo Valoti intervistato da L'Eco di Bergamo: «Comprendiamo le preoccupazioni dei sindaci, che derivano dalla presenza anche di persone che sono impreparate e inconsapevoli dei pericoli della montagna invernale, dove il rischio zero non esiste». 

Dal Club alpino italiano si sottolinea però la necessità di formare piuttosto che vietare. « Investire ogni energia e ogni mezzo di comunicazione per l’informazione corretta e la formazione alla montagna, per far crescere la consapevolezza dei pericoli e rischi in montagna, e la piena autoresponsabilità di chi la frequenta, e non nel piano inclinato dei divieti e di una presunta sicurezza senza limiti».

Dalla'altra parte gli amministratori locali ribadiscono che la responsabilità ricade su di loro, che devono rispondere anche personalmente di eventuali incidenti. Resta l'invito del Cai di confrontarsi con chi ha competenze specifiche prima di far scattare i divieti, sostenendo l'importanza della formazione piuttosto che le imposizioni.  

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