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Due passi in Val Biandino

29 Giugno 2021 / 11:18
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1872
Scritto da Alberto Vacchi
Fotografie di Alberto Vacchi
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Due passi in Val Biandino

29 Giugno 2021/ 11:18
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1872
Scritto da Alberto Vacchi
Fotografie di Alberto Vacchi

Esistono luoghi immersi nel verde, dove lo scandire del tempo è ancora lento e la voglia di esplorare ci riporta a quando eravamo bambini. Tra questi vale la pena citare la Val Biandino. La raggiungiamo da Lecco seguendo le indicazioni per la Valsassina e proseguiamo lungo la strada che ci porterà al piccolo borgo di Introbio.

Siamo ad un'altezza di quasi 600 metri a l'aria è già più leggera.  Introbio è circondato da monti e valli affascinanti: alle sue spalle si apre la Val Biandino, meta del nostro itinerario, mentre di fronte si staglia il massiccio della Grigna. Ai fianchi del paese scorrono due torrenti: la Troggia e l'Acquaduro, affluenti del Pioverna. Da questo paese, che pare abbia origini etrusche, seguiamo le indicazione per la valle. Possiamo salire camminando dapprima su una strada asfaltata e poi su una mulattiera che costeggia le bella Cascata della Troggia, già citata da Leonardo da Vinci nel Codice Atlantico. Il sentiero prosegue tra boschi di betulle, ontani, castagni e qualche faggio. Non è mai troppo ripido ma la sua pendenza è sempre costante e si alterna a tratti di via carrozzabile. Il bosco ogni tanto lascia intravedere qualche pascolo e alcune baite ancora abitate.

Quando raggiungiamo l'agriturismo La Baita siamo ad un'altezza di 1125 metri e siamo circa a metà del nostro tragitto. Da qui il bosco si dirada lasciando spazio a qualche pietraia e a punti leggermente scoscesi. A fine maggio o ai primi di giugno in questa zona della valle è possibile incantarsi dalla fioritura dei maggiociondoli, piccoli alberi originari dell'Asia e diffusi anche in Europa centro settentrionale, dai fiori cadenti e gialli simili a quelli delle acacie nella loro forma.

Il nostro cammino continua con il suono del torrente Troggia che rimane sulla nostra destra. Dopo aver attraversato un bosco di conifere, troviamo qualche indicazione che segnala la presenza di rifugi e la Bocca di Biandino. Giungiamo così, dopo circa 2 ore e 20 minuti al Rifugio Tavecchia dove è possibile gustare buoni piatti e riposare con calma.



Dopo la pausa pranzo ci portiamo verso il Rifugio Madonna della Neve (1595 m) che dista non più di 15 minuti dal precedente rifugio. Da qui la nostra vista spazia verso le vette più alte come il Pizzo dei Tre Signori ("Piz di tri Ségnùr") 2554 m, il Monte Valletto (2371 m) e il Monte Ponteranica (2378 m). In particolare il Pizzo dei Tre Signori, la vetta più elevata della Val Gerola, è una sorta di icona di questo comprensorio. L’importanza di questo gigante, nel passato, era legata soprattutto al suo corpo poderoso, nel quale vennero scavate miniere di ferro, conosciute e sfruttate sin dall'epoca romana.


ESCURSIONI PARTENDO DAL RIFUGIO TAVECCHIA

al Rifugio Valbiandino (m. 1485) a fianco

al Rifugio Madonna della Neve (m. 1595) in ore 0.15

al Rifugio Grassi (m. 1987) in ore 1.30

al Rifugio Santa Rita (m. 2000) in ore 1.25

al Rifugio Casera Vecchia di Varrone (m. 1675)

al Rifugio FALC (m. 2120)

al Lago di Sasso (m. 1922) in ore 1.30

al Pizzo Varrone (m. 2325)

al Pizzo dei Tre Signori (m. 2553)

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