Articolo

A piedi tra i borghi della Val Bregaglia

13 Dicembre 2021 / 17:20
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Scritto da Alberto Vacchi
Fotografie di Alberto Vacchi
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A piedi tra i borghi della Val Bregaglia

13 Dicembre 2021/ 17:20
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Scritto da Alberto Vacchi
Fotografie di Alberto Vacchi

Il trekking che raccontiamo è un’esperienza, un percorso tra storia, arte e natura alla ricerca delle radici e delle tradizioni locali. Non occorre essere storici o etnologi per cimentarsi in questa dimensione: aprire le porte ai sensi ci sembra già molto. Un pizzico di curiosità farà il resto.

Arriviamo in treno a Chiavenna e dalla stazione seguiamo le indicazioni per il borgo di Pianazzola. La nostra prima tappa è lì che ci guarda un po' più in alto su un boscoso crinale morenico appena a monte della cittadina, occupato da vigneti fino ad una quota di circa 660 metri, poi da dense selve di castagni. Qui sorge Pianazzola (pianazöla in dialetto locale). Il nome ci rimanda a un piccolo piano che in realtà non c’è, piuttosto scopriamo un lembo pianeggiante sul quale si srotola un grumo di abitazioni.

 

Si tratta di un piccolo paese che ci rimanda ad antiche atmosfere, quasi romantiche, con i suoi piccoli orti curati, i balconi fioriti delle case, che vivono il connubio del legno e della pietra, del bosco e della roccia. In questo minuto dedalo di viuzze possiamo scorgere incantati la Val Chiavenna da un lato e l’inizio della Val Bregaglia dall’altro. Percorrendo la via principale ci portiamo alla chiesa di San Bernardino da Siena risalente al ‘400.

 Due sono le mulattiere che in passato venivano intensamente percorse da e per la frazione: la “stràda di mòort”, che parte dalla chiesa di Loreto, alla periferia est di Chiavenna (il nome deriva dal fatto che serviva in passato per trasportare i morti da Pianazzola al cimitero di Chiavenna, prima che fosse costruito quello del borgo) e la mulattiera della “val di vàach”. Se scegliamo quest’ultima benchè più ripida, possiamo pensare di fare un giro continuo che ci mantiene abbastanza in quota senza più passare per Chiavenna. Scendendo dalla strada di moort proseguiamo per le frazioni abitate della Val Bregaglia sino al bel borgo di Crana.


Giusto il tempo di circa un’oretta e arriviamo in questo luogo ben conservato: ci troviamo di fronte a una sequenza di piccole baite e ad una quota di 558 metri Passiamo a sinistra di una bella fontana ricavata da un unico blocco di roccia e raggiungiamo la chiesetta di San Giuseppe, edificata a partire dal 1674. Il paese è stato recentemente unito al fondovalle da una carrozzabile, ma, nei giorni feriali, ha l’aspetto tipico dei borghi abbandonati: si fatica ad immaginare, attraversandolo, che ancora nel 1765 contava 126 abitanti e nel 1931  solo 55.

Raggiunto l’alveo del torrente Drana, lo riattraversiamo e procediamo in direzione del curioso campanile che sbuca dai prati senza che vi sia alcuna chiesa che lo giustifichi. La chiesa, dedicata a Sant’Abbondio, in realtà c’era, ma venne sommersa nel 1755 da un’alluvione proprio del torrente Drana. Proseguiamo per una lunga mulattiera che lentamente e incessantemente si fa di gradini. Siamo sopra l’abitato di Piuro e alle Cascate dall’Acquafraggia. Tutt’attorno possiamo osservare la presenza di antichi terrazzamenti, un tempo coltivati a vigneto. Proseguendo lungo il sentiero principale incontriamo un punto di notevole interesse, nei pressi di una cappella, situata in una zona panoramica: da qui è possibile osservare dall’alto l’area dove un tempo sorgeva l’antico borgo di Piuro. Ci attendono ancora circa 200 metri di dislivello per raggiungere Savogno (932m), ma il grosso della fatica è ormai fatto. il borgo di Savogno, di origine medievale, merita una visita approfondita. Rappresenta uno degli insediamenti rurali sulla mezza costa più interessanti e meglio conservati della Provincia di Sondrio. Ci fermiamo quindi al rifugio (avendo prenotato prima) per gustare i piatti tipici del luogo e goderci il meritato riposo.