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Non è stata ancora stabilita quale palestra di arrampicata sarà, ma i lavori inizieranno in questi ultimi mesi del 2022. Riguarderanno la Lombardia e altre 19 falesie, una per ogni regione italiana, appunto tutte ancora in via di definizione. Lo scopo è quello di realizzare dei prototipi di riferimento di siti naturali dedicati all’arrampicata su roccia, al fine di promuovere questa attività in ambiente naturale. Saranno scelte falesie che offrono itinerari di arrampicata adatti a diverse tipologie di utenti, dai bambini ai principianti, con un occhio anche agli esperti.
«Il progetto – spiegano in una nota le guide alpine e il Cai – punta a creare siti di arrampicata su roccia che prevedano chiodature affidabili, realizzate da professionisti competenti secondo le “Linee guida per l’attrezzatura dei siti naturali per l’arrampicata e dei percorsi attrezzati”, pubblicate nel 2016 dal Collegio nazionale delle guide alpine. Resta fermo che indipendentemente dal tipo di chiodatura impiegata, l'arrampicata su roccia rimane un’attività potenzialmente pericolosa perché si svolge in natura e richiede all’arrampicatore osservazione dell’ambiente e comportamenti corretti».
Il Cai per promuovere l’iniziativa mette a disposizione per l’anno 2022 un primo finanziamento di 400.000 euro che garantisce a ogni gruppo regionale la realizzazione di un prototipo di falesia del costo previsto di 20.000 euro cadauno. Il gruppo regionale farà riferimento alla Commissione regionale scuole di alpinismo scialpinismo e arrampicata libera per individuare i siti più adatti. In base a successivi finanziamenti sia del Cai che di altri enti sarà possibile realizzare altri prototipi.
«Questo progetto è un primo tassello di un programma più ampio di attenzione nei confronti dell’alpinismo da parte del Cai – dice Antonio Montani, presidente del Club alpino italiano –. Ci sta molto a cuore perché le falesie rappresentano una porta d'accesso verso l'arrampicata in ambiente che come Cai vogliamo tornare a promuovere con molta convinzione».
«Siamo molto contenti che il Cai abbia coinvolto le guide alpine italiane in un progetto che valorizza il patrimonio di conoscenza e competenza tecnica tipico della nostra professione – dice Martino Peterlongo, presidente del Collegio nazionale delle guide alpine italiane –. Ci auguriamo che sia l'inizio di una collaborazione che ci porti insieme a promuovere la passione dell'alpinismo tra nuovi praticanti».
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