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La Carovana di Legambiente sul ghiacciaio dei Forni

29 Agosto 2022 / 14:30
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Scritto da Redazione Orobie
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La Carovana di Legambiente sul ghiacciaio dei Forni

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Legambiente ha fatto tappa dal 24 al 26 di agosto al Ghiacciaio dei Forni nell’ambito del progetto «Carovana dei ghiacciai 2022». Si tratta della terza tappa per la campagna di Legambiente con la partnership scientifica del Comitato glaciologico italiano, con partner sostenitori Sammontana e FRoSTA e partner tecnico Ephoto che dal 17 agosto al 3 settembre monitorerà lo stato di salute dei ghiacciai alpini, sempre più sotto scacco della crisi climatica.

Legambiente afferma: «Il secondo gigante italiano in affanno come un corpo vivente. È tempo di gestire l’inevitabile per evitare l’ingestibile». I risultati del monitoraggio sul ghiacciaio hanno fornito dati interessanti e preoccupanti. Nell’ultimo anno è stato registrato un arretramento della fronte del ghiacciaio di più di 40 metri lineari nell’ultimo anno (2021-2022). Per un totale di circa 400 metri di arretramento negli ultimi dieci anni, dal 2021 ad oggi. Di questi dati in negativo, una delle riduzioni più significative è avvenuta, secondo gli operatori glaciologici, tra il 2015 e il 2016 e si stima che il dato di fine stagione raggiungerà perlomeno i 50 metri di ritiro. Il ghiacciaio dei Forni è il secondo più grande in Italia dopo l’Adamello e il più esteso del Parco nazionale dello Stelvio e risulta infatti essere in una situazione allarmante, il ghiacciaio riesce a sopravvivere solo grazie alla sua importante dimensione

Il gigante si «veste di nero» ingrigito dal colore scuro dei detriti e anche dagli effetti dell’inquinamento atmosferico, quelli che gli esperti definiscono «black carbon» (fuliggine, smog, ceneri derivanti dagli incendi boschivi e le immancabili microplastiche). Questo causa una diminuzione della sua capacità di riflettere la radiazione solare per cui, l’assorbimento, ne provoca una più veloce fusione. Il ghiacciaio perde anche la sua qualifica di «himalayano» per effetto della frammentazione in tre corpi glaciali, per l’apertura di finestre di roccia estesi con un evidente collasso della parte terminale della lingua valliva e una marcata instabilità delle morene laterali, dovuta proprio all’abbassamento della superficie glaciale. Inoltre, a causa della fusione del corpo glaciale, aumenta il ruscellamento e il trasporto solido. Il risultato è una piana proglaciale, inesistente fino allo scorso anno, definita dagli esperti «sandur», in cui si depositano ghiaie e sabbie.

Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente e coordinatrice della campagna afferma: «Quello che abbiamo osservato sul ghiacciaio dei Forni è l’immagine di un gigante di ghiaccio che sta ansimando, soffocato dai cambiamenti climatici. Annerito, collassato e pieno di crepacci: una grande sofferenza per questo essere che pare vivente. Ci sta comunicando quanto sia impellente lavorare sull’adattamento per gestire l’inevitabile; ma nel medesimo tempo mitigare, riducendo l’effetto serra, per evitare l’ingestibile”.

I monitoraggi sono stati realizzati dal Comitato glaciologico italiano in collaborazione con Legambiente. con la partecipazione del Cai Valfurva e del Servizio glaciologico lombardo. A conclusione momento di arte e poesia per omaggiare il ghiacciaio.

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