Il Servizio glaciologico lombardo ha organizzato un convegno al Museo della scienza e della tecnica di Milano in occasione del suo 30° anniversario. 

Il 2022 è stato definito l’annus horribilis per i ghiacciai, a causa dell'elevate temperature e dell'assenza di nevicate; ma il processo di riduzione è ormai inarrestabile da anni. Trasformazioni registrate anche dal Servizio glaciologico lombardo, nei trent'anni della sua attività. 

«Quando ci siamo costituiti, nel lontano 1992 - ha sottolineato presidente Giovanni Prandi al convegno - c’erano ancora 124 ghiacciai oggi completamente estinti». Una quota impressionante, destinata ad aumentare nell’arco di poco tempo, che corrisponde tristemente «a un 38% della superficie glacializzata lombarda finora perduto».

Al Fellaria orientale, in Valmalenco, negli ultimi quattro anni si sono persi 25,8 metri di estensione del ghiacciaio con un record nella passata estate di  -7,55 metri. Lo scioglimento dei ghiacci ha creato anche un grande lago, divenuto il più grande della Valmalenco.

Il rischio concreto è che nei prossimo trent'anni resterà ben poco del glacialismo alpino. Per questo il ruolo dei glaciologi, degli operatori scientifici in genere, è fondamentale. I ghiacciai sono sentinelle degli effetti dei cambiamenti climatici.

Importante quindi il lavoro di costante monitoraggio e ancor più la diffusione di informazioni chiare e attendibili, per sensibilizzare e accrescere la consapevolezza di tutti.