Itinerario E

Il fascino selvaggio della Val Sanguigno

  • Escursionismo
25 Agosto 2017 / 15:21
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19562
Scritto da Redazione Orobie
Itinerario

Il fascino selvaggio della Val Sanguigno

25 Agosto 2017/ 15:21
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Itinerario

Il fascino selvaggio della Val Sanguigno

25 Agosto 2017/ 15:21
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Scritto da Redazione Orobie

Il percorso

È la valle dell’acqua, tantissima, che scorre rapida nel torrente, riempie le pozze e precipita tumultuosa nelle cascate, riposa in solitari laghi cristallini e intride le torbiere, habitat sempre molto circoscritti sulle nostre montagne, ma qui così estesamente presenti da costituire il tratto distintivo di questa valle, che deve il suo nome proprio all’intensa colorazione rossastra che assume nel tardo autunno. Siamo nella Val Sanguigno, sopra Valgoglio (Bergamo). Tra boschi ombrosi e praterie luminose, distese di rododendri e mughete impenetrabili, vallette nivali e macereti, dorsali panoramiche e cime impervie: l’ambiente di questa splendida valle è quanto di meglio le nostre montagne possono offrire.

Andiamo alla scoperta della Val Sanguigno insieme al gruppo Fab-Flora alpina bergamasca, che l’ha inserita nella sua ultima guida sui «30 luoghi verdi del cuore». E l’occasione ci viene offerta dall’escursione guidata che proprio domenica si terrà su iniziativa del Parco delle Orobie bergamasche. La camminata prenderà il via alle 9 dalla centrale di Aviasco. E' necessario prenotare telefonando allo 035/704063

Il periodo consigliato per una gita in Val Sanguigno è tra giugno e agosto, con difficoltà di escursionismo medio e tempi che variano a seconda dell’itinerario. Si accede alla valle tramite il sentiero 232, che inizia alla centrale d’Aviasco (960 metri), raggiungibile in auto da Valgoglio. Sempre ben segnalato, non presenta alcuna difficoltà ma è piuttosto lungo e supera un dislivello notevole, tanto da risultare un po’ faticoso per l’escursionista meno allenato, in quanto risale tutta la valle fino al Passo di Val Sanguigno ovest (2.306 metri), tra i monti Corte e Farno, per poi scendere al rifugio Laghi Gemelli.

Chi preferisce affrontare un percorso più breve può seguire il sentiero che inizia proprio sopra il rifugio Gianpace (1.331 metri) e, mantenendosi sempre in destra idrografica e con una modestissima salita, attraversa praterie, boschi e numerose torbiere, passando anche nei pressi di un piccolo laghetto (1.397 metri), per poi attraversare il torrente e immettersi sul sentiero 232, da seguire in discesa.

In alternativa si può seguire il sentiero 232 fino in prossimità della Baita Vecchia (1.440 metri), da dove una deviazione (sentiero 265) serpeggia in una zona ricca di torbiere, attraversa il torrente e sale in destra idrografica alla larga Forcella di Zulino (1.759 metri). Le torbiere lungo questo tratto sono più estese e ricche, mentre salendo al passo si incontrano molte specie particolarmente appariscenti.

Come sempre, la varietà degli ambienti è all’origine di una flora assai diversificata e ricca. In particolare, nelle torbiere della Val Sanguigno si rinvengono alcune delle specie più interessanti: nascoste fra i muschi, crescono la pinguicola comune e la drosera a foglie rotonde, due piccole piante che si nutrono dei malcapitati insetti che restano invischiati sulle loro foglie. La specie in assoluto più preziosa è il licopodio inondato, simile a un robusto muschio, estremamente raro, qui presente in maniera molto ricca. Tra le specie, la primula irsuta.