Itinerario E

Il Parco del Curone: itinerario ad anello dalla stazione di Cernusco Merate

  • Escursionismo
  • 4 ore
11 Maggio 2022 / 16:53
0
3
3559
Scritto da Redazione Orobie
Itinerario

Il Parco del Curone: itinerario ad anello dalla stazione di Cernusco Merate

11 Maggio 2022/ 16:53
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Scritto da Redazione Orobie
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Il Parco del Curone: itinerario ad anello dalla stazione di Cernusco Merate

11 Maggio 2022/ 16:53
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Scritto da Redazione Orobie

Il percorso

Con il sostegno di: InTERRACED

In collaborazione con: Parco Regionale di Montevecchia e della Valle del Curone


Dal parcheggio della stazione di Cernusco Lombardone prendere la ciclopedonabile e, giunti alla palina con segnavia n.2 Butto, proseguire lungo la strada. Sulla sinistra campeggiano i resti del Castello di Cernusco Lombardone. Fondato su una fortificazione romana, visse il suo splendore dal Mille fino al Cinquecento, quando venne convertito a cascina. Il percorso prosegue attraversando la strada per arrivare al parcheggio in località Molinazzo, il cui toponimo è riferito alla presenza di un molino per la macinazione dei cereali. 

Prendere la direzione indicata dalla palina con segnavia n.1 per Cà Soldato. Il sentiero costeggia il torrente Curone, compiendo un’ampia curva attorno alle falde della collina di Montevecchia. Il percorso si snoda in un bel bosco igrofilo tipico degli ecosistemi lungo i corsi d’acqua con formazioni di salici, ontani, farnie, carpini bianchi, frassini e qualche bel esemplare di platano. La denominazione del torrente Curone pare sia la prova della presenza etrusco-ligure in questo territorio, identica a quella del corso d’acqua che dal monte Ebro (Appennino ligure) confluisce nel Po. Curone deriverebbe dal nome di una tribù, i Curuni, della stessa stirpe dei Vopsi, che stanziandosi avrebbero dato nome alla valle e al torrente. Lungo il percorso è possibile osservare interventi di sistemazione del corso d’acqua con tecniche di ingegneria naturalistica.

Il torrente Curone

Giunti ad un trivio, seguire il segnavia n.11 Butto, svoltando a sinistra e attraversando il torrente Curone. Il nome di questa località è Pertevano, il cui toponimo, molto probabilmente, deriva dal milanese “pertega”/“pertica”, antica unità agraria di superficie. Salendo si notano terrazzamenti coltivati a vite, alberi da frutta e ortaggi. Al bivio, prendere il sentiero sulla sinistra che conduce al nucleo abitato fino ad incontrare la strada.

Svoltare a sinistra e scendere lungo la strada fino alla frazione Passone, il cui toponimo probabilmente deriva da pason, palo di sostegno per la vite. Una sequenza di numerosi terrazzamenti coltivati a ulivi, alberi da frutta e vite scandisce la verticalità del pendio.

In prossimità di un ristorante, prendere a destra il sentiero a gradini che sale verso l’uliveto e percorrere il sentiero acciottolato.

In poche altre zone la secolare attività dell’uomo ha modificato il paesaggio come su questo versante della collina. Grazie alla sua esposizione a sud ha permesso la crescita dell’ulivo, della vite e della particolare coltivazione del rosmarino, ancora oggi presente nelle ultime terrazze che salgono fino a Cascina ButtoL’acciottolato termina al parcheggio nei pressi del Municipio di Montevecchia.

Cascina Butto è la sede del Parco di Montevecchia e Valle del Curone e dell’annesso Centro visite del Parco, che permette di fruire in modo multimediale gli aspetti geologici, storici, paesaggistici e culturali nonché ovviamente di quelli naturalistici del territorio.

Dal parcheggio un sentiero sale per arrivare ad una terrazza naturale, da cui è possibile avere una vista che spazia a 360 gradi. Un tempo sulle balze di Cascina Butto trovavano spazio varie coltivazioni, tra cui ortaggi, cereali e piante da frutta, mentre la viticoltura non ha mai interessato intensamente l'area, a causa della sfavorevole esposizione dei versanti. Ripartendo dal parcheggio di Cascina Butto si risale via Donzelli e poi si scende sulla strada provinciale fino a Cascina Pilastrello, antica dimora contadina, datata al catasto teresiano al 1740. La caratteristiche architettoniche del “Pilastrello”, come il grande loggiato visibile anche dalla strada, costruito come elemento filtro del calore in estate e come riparo dal freddo dell’inverno, potrebbero permettere di attribuire questo cascinale alla tipologia rurale più comune, sviluppata su due piani, con un corpo edilizio aggiunto, dove al piano terra si trovavano le stalle e al piano superiore appunto il loggiato che “ospitava” il fienile. La forma originaria nel nucleo comprendeva solitamente, oltre al rustico, anche l’abitazione del contadino, con ai piani bassi la cucina, dotata del focolare attorno al quale ruotavano tutte le attività domestiche, e ai piani alti le camere da letto. Il toponimo prende il nome dalla Madonna del Pilastrello, che si dice sia apparsa anticamente e miracolosamente in quel luogo appoggiandosi a un piccolo pilastro. 

Lungo il percorso il paesaggio terrazzato domina indiscusso lo scenario.

Arrivati alla frazione “Oliva”, il cui nome fa riferimento all’antica cascina e alla presenza in passato di coltivazioni di ulivo, una palina indica il segnavia n.9 per Montevecchia Alta. Una ripida mulattiera sale tra i terrazzamenti coltivati a vite e ulivo; era questa, presumibilmente, l’antica via d’accesso dalla pianura alla collina di Montevecchia. Sulla sinistra, posta a metà collina in posizione isolata, la Cascina Canevascia domina la valle. Il suo toponimo è riconducibile a cantina, ma in senso dispregiativo e dà il nome anche alla frazione.

La mulattiera sale verso l’alta collina tra muri a secco di ottima fattura. Più avanti il percorso diventa pianeggiante offrendo un bel panorama sui terrazzamenti e i paesi della pianura fino a Milano e gli AppenniniI versanti meridionali della collina di Montevecchia, per la loro esposizione soliva, non hanno mai cessato di essere intensamente sfruttati per uso agricolo. Un sistema articolato e ordinato di terrazzamenti addomestica la verticalità del pendio, dando luogo a uno spettacolare scenario con i tipici ronchi sostenuti dalle murature in pietra a secco. Qui le piane ospitano ancora oggi, nella maggior parte dei casi, filari di vite associate alle piante aromatiche tipiche di Montevecchia: la salvia e il rosmarino. Ai filari di vite si alternavano poi abitualmente rosmarino, ortaggi e piante da frutto per sfruttare al massimo lo scarso spazio disponibile sulle piane e per fornire una vasta gamma di prodotti che garantissero rese e produzioni diversificate. A volte i ronchi venivano identificati nella toponomastica locale anche attraverso l’indicazione delle colture che vi si praticava (Runchet de la pera, Runchet di por). Prima della comparsa del mais, sui terrazzi erano presenti cereali quali miglio e segale (coltivati in piccoli appezzamenti), a cui seguì il frumento. Vertiginose scale in arenaria scendono come arterie a collegare i numerosi terrazzamenti, memoria storica di una vocazione agricola che oggi ancora resiste e che contrasta con la Brianza industriale che si staglia sullo sfondo nella pianura urbanizzata.

Al culmine del sentiero si arriva nella piazzetta di Montevecchia Alta con possibilità di ristorarsi. Merita una visita il Santuario Beata Vergine del Carmelo, una delle chiese più suggestive della Brianza per via della posizione in cima al colle, cui si giunge con 180 gradini. Dalla piazzetta si procede sul sentiero n.10 fino all’incrocio con Via Alta Collina, dove si gode del panorama della Dorsale Orobica Lecchese con l’iconica sagoma del Resegone e il gruppo delle GrigneDa qui la Valle del Curone si rivela in tutta la sua bellezza, facendo mostra del suo paesaggio terrazzato, in particolare dello spettacolare versante della Valle delle Galbusere.

All’incrocio con la strada attraversare e svoltare a destra, camminando sul marciapiede fino ad arrivare nei pressi del Cimitero, dove una palina indica il segnavia n. 8 Val Fredda. Il sentiero passa accanto alle mura del Cimitero, inoltrandosi in un bel bosco con una formazione di querce e castagni. All’incrocio con Via Val Fredda, seguire a sinistra le indicazioni della palina con segnavia n. 11 Cà Soldato. Poco più avanti si giunge a Cascina Valfredda, il cui nome è legato alle caratteristiche climatiche della zona. L’edificio oggi è circondato da prati. Qui un tempo vi era una chiesa con un altare dedicato alla Vergine della Neve. La bellissima fontana in pietra adiacente al lavatoio, su cui sono ancora visibili antiche incisioni, è un tipico esempio di riutilizzo di un importante manufatto in epoche successive. La vasca è probabilmente costituita da un sarcofago romano, riutilizzato in epoca medioevale come altare della chiesetta. 

Dopo aver superato il lavatoio, una palina con indicazioni per Cà Soldato indica di svoltare a sinistra e seguire un sentiero campestre che si inoltra pianeggiante in un bosco misto con prevalenza di castagno, farnia e carpino.

Poco prima di attraversare uno degli affluenti del torrente Curone, sono degne di nota alcune maestose querce secolari che delimitano il sentiero. Dopo aver superato un piccolo stagno sulla sinistra, si arriva a Cà del Soldato, adibita a centro Parco ed a sede delle Guardie Ecologiche VolontarieÈ costituita da un unico edificio che ha conservato le caratteristiche rurali. Nel piccolo museo, aperto la domenica, vengono proposti i diversi ambienti che caratterizzano il territorio del Parco e la fauna presente, oltre agli attrezzi agricoli e della vita contadina utilizzati, un tempo, in questi luoghi. L’origine del nome della cascina, abitata fino al 1987, riporta alla memoria antiche battaglie ed è associato alla fortificazione romana a salvaguardia di una fornace.

Di fronte all’edificio, ampi campi terrazzati mantenuti a prato stabile resistono all’avanzare del bosco. Da Cà del Soldato prendere la sterrata che scende e si inoltra nuovamente nel bosco (segnavia n. 11), attraversare il torrente Curone e giunti all’incrocio con la strada, svoltare a destra e seguire il segnavia n.1 Molinazzo.

La strada segue la Valle del Curone e a sinistra sorge l’antico insediamento rurale di Fornace Superiore, il cui toponimo fa riferimento a tempi remoti, quando tutto il territorio era interessato da una fornace che, preesistente alla conquista romana, si trasformò poi in un grande complesso, forse il più grande d’Italia transpadana per la produzione di embrici e materiale da costruzione. Il ritrovamento di grandi quantità di manufatti accatastati in ordine sotto il piano terra in località Malnido, prova che i lavori furono troncati repentinamente per cause tuttora sconosciute ma certamente non trascurabili.

Località Fornace Superiore

Mantenersi sempre sulla strada fino ad arrivare alla località Bagaggera. Lo storico Dozio, nelle sue “Notizie di Brivio” (1858) a proposito di Bagaggera scriveva “un gruppo di cinque case coloniche, tristo e solitario, nella valle a nord di Montevecchia, in mezzo a campicelli di terreno ingrato, circondati da paludi e boschi…”. Bagaggera è sede di un'azienda biologica di 25 ettari lavorati a foraggio, pascolo e cereali, e si allevano maiali e capre camosciate. La cascina è parte di un nucleo risalente al Seicento, articolato in numerosi edifici, su uno dei quali è presente l’insegna di una vecchia osteria, testimonianza del passato fiorente di questo borgo. 

Località Bagaggera

Si prosegue sulla strada fino al bivio per Brughè, il cui toponimo deriverebbe da brugo (lombardo brugh), erica volgare. Il nucleo di Brughè sorge su un grande pianoro sul quale si affaccia il versante nord della collina di Montevecchia. Si percorre la stretta strada fino alle ultime case del centro abitato e poi il sentiero a fianco di un giardino e che scende deciso verso il bosco fino a incontrare il tracciato lungo il corso del torrente. Si svolta a sinistra, seguendo il segnavia per MolinazzoDa questo luogo dovremmo solo percorrere il medesimo itinerario che condurrà a ritroso alla stazione di Cernusco Merate. 


Punti di interesse lungo il percorso:

1. Castello di Cernusco Lombardone. L'Antico Castello di Cernusco, oggi considerato edificio storico e Monumento Nazionale, fin dal XI SECOLO è stato di proprietà dei Conti Lurani Cernuschi che come tanti altri Signorotti locali dipendeva dall’autorità arcivescovile dell’allora potente Ariberto da Intimiano da cui ottenevamo benefici. Lo strapotere dei signorotti e l’avversione per il vescovo portare a dure lotte tra gli abitanti e le autorità, che portarono in molti casi alla cacciata dei signorotti e la distruzione delle loro dimore. Tra queste il Castello di Cernusco Lombardone che venne poi ricostruito in parte e adibito ad attività residenziali ancora oggi è una apprezzata realtà turistico ricettiva.

2. Torrente Curone. La denominazione della Valle del Curone pare sia la prova della presenza etrusco-ligure in questo territorio, identica a quella del corso d’acqua che dal monte Ebro (Appennino ligure) confluisce nel Po. Curone deriverebbe dal nome di una tribù, i Curuni, della stessa stirpe dei Vopsi, che stanziandosi avrebbero dato nome alla valle e al torrente.

3. Cascina Butto. La Cascina Butto situata in un panoramico promontorio è stata trasformata in sede del Parco di Montevecchia e della Valle del Curone oltre ai vari uffici amministrativi ospita il Centro visite del Parco, un piccolo ma esaustivo museo dedicato a tutti gli aspetti più salienti della geologia, botanica e zoologia del Parco. Di particolare interesse le tre sale interattive, due dedicate alla fauna selvatica locale e una alle tradizioni stoiche culturali legate all’agricoltura ed alle sue pratiche. Le aree esterne alla cascina invece ospitano una stazione di osservazione ornitologica, e un orto didattico fruite da famiglie e scolaresche. Maggiori informazioni su: https://www.parcocurone.it/index.html.

Cascina Butto

4. Cascina Canevascia. La cascina Canevascia, toponimo riconducibile a cantina, ma in senso dispregiativo e dà il nome anche alla frazione, essa posta a metà collina in posizione elevata si trova nel bel mezzo della mulattiera tra muri a secco di ottima fattura, testimonianza del grande ingegno contadino; era, presumibilmente, l’antica via d’accesso dalla pianura alla collina di Montevecchia. La mulattiera termina incrociando la strada alla frazione “Oliva”, il cui toponimo fa riferimento all’antica cascina e alla presenza in passato di coltivazioni di ulivo.

5. Santuario Beata Vergine del Carmelo. IL Santuario della Beata Vergine del Carmelo, con i suoi 180 gradini e una vista panoramica sull’intera Brianza è una delle chiese più suggestive per via della sua posizione in cima al colle. Già all’inizio del secolo XIII sul colle esisteva una chiesetta dedicata a “S. Giovanni Battista in Montaegia”, come attesta Goffredo da Bussero (1222-1289?) nel Liber Santorum. Successivi ingrandimenti e ristrutturazioni tra il XVI E XVII secolo sono testimoniate da una pala pittorica inerente alla "Decollazione di San Giovanni Battista" di Bernardino Campi datata 1554: il che fa supporre che fosse già funzionante l’attuale chiesa, condivisa in seguito come compatrona dalla Beata Vergine del Monte Carmelo.

I 180 gradini che conducono al Santuario

6. Montevecchia alta. Il borgo è posto nella parte più alta della collina oltre alla presenza del sovrastante Santuario della B.V.del Carmelo ed alla probabile presenza di una antica un’antica torre-vedetta medievale, trasformata poi nell’attuale torre campanaria. Da essa deriverebbe l’etimologia del nome Monte-vecchia, da Mons Vigiliae ovvero monte della vedetta, trasformatosi poi in Monteveglia, Montevegghia, Montevecchia. Attualmente ospita oltre alla Casa Museo di Maria Gaetana Agnesi, una delle più importanti matematiche del XVIII secolo, anche alcune dimore signorili e diverse attività turistico ricettive.

7. Alta collina punto panoramico. Appena usciti dal borgo di Montevecchia Alta non si può non soffermarsi al punto panoramico di Alta Collina in una splendida balconata sulla sottostante Brianza, si nota la parte finale della Val s. Martino e il Corso del Fiume Adda su cui sovrastano in fondo le montagne che danno inizio alla Dorsale Orobica Lecchese con le inconfondibili guglie frastagliate del Monte Resegone e delle Grigne in lontananza sulla sinistra.

8. Cascina Valfredda. La Cascina Valfredda, il cui nome è legato alle caratteristiche climatiche della zona in cui è localizzata, vi si trova una bella fontana in pietra, adiacente al lavatoio rimangono le tracce di un altare della chiesetta dedicata alla Madonna della Neve (oggi scomparsa) che sorgeva nei pressi della cascina. Osservando la fontana da vicino, sono ancora visibili le antiche incisioni. Attorno alla cascina a cui è aggiunta un più recente stalla per bovini, verdi e ampi pascoli fanno da bucolica cornice ad un paesaggio agreste insolito per gran parte della Brianza.

9. Cascina Bagaggera. L’antico nucleo rurale di Bagaggera, il cui toponimo riporta a tempi remoti in cui i galli abitavano la valle. Bagaggera deriverebbe da pagus aggerium, cioè distretto dei villaggi fortificati. Infatti la località si trova all’inizio del corso superiore del torrente Curone, le cui colline circostanti furono un tempo estese opere di difesa. Tutto intorno alla cascina i terrazzamenti sono ora lasciati a prato stabile per la produzione di foraggio da sfalcio e utilizzati per il pascolo.


Scheda tecnica:

PUNTO DI PARTENZA: parcheggio stazione ferroviaria Cernusco Lombardone

PUNTO DI ARRIVO: Cernusco Lombardone

ATTIVITÀ: Piedi

DIFFICOLTÀ: Medio

PERIODO PERCORRENZA: i sentieri del Parco del Curone sono percorribili in tutte le stagioni; va tuttavia considerato che nel periodo primaverile ed autunnale può esserci presenza di fango a causa delle piogge più abbondanti, è quindi consigliabile un abbigliamento e un’attrezzatura di media-montagna.

DISLIVELLO POSITIVO: il percorso prende avvio da quota 260 m.s.l. e raggiunge, come quota massima, 460 s.l.m. circa; tuttavia sono presenti alcuni saliscendi che comportano un dislivello totale di 300 metri.

PRESENZA DI ACQUA SUL SENTIERO: fontanella presso il parcheggio di via Donzelli (Montevecchia), fontanella in piazza a Montevecchia Alta.


Info utili: 

LINK A CUI È POSSIBILE FAR RIFERIMENTO PER AVERE MAGGIORI INFORMAZIONI CULTURALI SUL TERRITORIO: www.parcocurone.it/fruizione/index.html

SUGGERIMENTO PER PERNOTTARE LUNGO IL PERCORSO: No

SUGGERIMENTO PER MANGIARE LUNGO IL PERCORSO: Ristorante Passone; bar, ristoranti e gelateria di Montevecchia Alta e Cascina Bagaggera.