Alla vigilia di una stagione invernale che si annuncia "difficile" per il caro energia e l'inflazione, la Scuola Italiana Sci e i maestri di sci italiani hanno espresso sostegno agli impiantisti e alle altre realtà della montagna.

Gli operatori del settore si sono confrontati in tre seminari che si sono svolti nei giorni scorsi a Milano, Verona e Roma. La Scuola Italiana Sci e il Collegio Nazionale dei maestri di sci hanno approfondito i temi che suscitano preoccupazione tra i professionisti della neve. L'Alla luce dell'aumento dei prezzi dell'energia e del costo della vita, l'avvio e il proseguo della stagione turistica invernale rappresenta una sfida per l'intera industria della montagna; per questo sono state rivolte al nuovo Governo "istanze d’interesse specifico per l’intero comparto montano" - sottolinea l'Amsi in un comunicato .

Il principale obiettivo per il futuro, emerso dai convegni è quello di essere aggiornati e attrattivi, permettendo così ai giovani Maestri di sci di rimanere in montagna ed evitare lo spopolamento delle terre alte.

"Tutti noi abbiamo la straordinaria fortuna di vivere e lavorare in montagna, un ambiente cosiddetto "outdoor" che ha generato nelle persone tanto interesse soprattutto post pandemia – ha commentato Maurizio Bonelli, presidente dell'Amsi - Stare all’aria aperta, praticare sport in montagna sono componenti sempre più apprezzate e richieste dalle famiglie, su cui anche i Maestri di Sci e le Scuole Sci devono indirizzare lo sguardo. Il poter abbinare le consuete lezioni di sci o snowboard ad altre attività outdoor, faciliteranno i Maestri di Sci nella fidelizzazione della clientela, probabilmente attirandone di nuova. In questa chiave di visione il Maestro di sci deve aprirsi a nuove formule di servizio verso il cliente, per stare al passo con il mercato turistico in continua evoluzione e potersi sostenere economicamente non solo durante i mesi invernali, limitando, fra l'altro, il costante spopolamento della montagna".