I 50 anni del Cai di Serina
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La montagna del Karakorum è stata salita soltanto tre volte: la prima scalata della cima principale (7285 m) risale al 1977 e fu realizzata da Chris Boninghton e Doug Scott. Durante la discesa, Scott si ruppe le gambe scese a carponi fino al campo base. Per la prima ripetizione bisogna attendere fino al 2001, quando a raggiungere la cima fu la spedizione guidata da Thomas Huber. Risale al 2013, infine, la salita portata a termine da Hayden Kennedy e Kyle Dempster, che per l'impresa vinsero il Piolet d'Or.
L'Ogre è ora nell'obiettivo di Matteo Della Bordella e François Cazzanelli, nella spedizione supportata dal Club alpino italiano. I due alpinisti italiani sono partiti per il Pakistan insieme allo svizzero Silvan Schüpbach e al francese Symon Welfringer.
Il 27 giugno è previsto l'arrivo al campo base, dopo il quale si terrà la fase di acclimatamento, che si concluderà il 10 luglio. La finestra a disposizione per tentare la salita terminerà il 29 luglio.
«Non vedo l'ora di partire! L'Ogre è una montagna che sogno da tempo, si innalza in una zona spettacolare con molti picchi sopra i 7mila metri di quota, dove davvero c'è spazio per mettersi alla prova con progetti impegnativi», ha affermato Matteo Della Bordella prima della partenza. «Per me questo progetto rappresenta un'evoluzione per il mio alpinismo, uno step successivo. Vedo l'Ogre come il Cerro Torre, ma altissimo. Sicuramente una delle montagne più affascinanti che esistano sulla Terra. Tentarlo con François, Silvan e Symon sarà sicuramente un'esperienza. Ci siamo allenati tanto, ora tocca fare del nostro meglio. Sia per noi che per tutte le persone, le aziende e le istituzioni che hanno scelto di offrirci il loro supporto».
Sulla stessa lunghezza d'onda François Cazzanelli: «quando Matteo mi ha proposto di tentare insieme l'Ogre, non ho potuto far altro che accettare. Quest'anno non avevo in mente di fare una spedizione in Pakistan, ma alla fine eccomi qui, pronto a tentare una delle montagne più affascinanti al mondo con una squadra affiatata e forte. Anche per me indossare il logo del Cai rappresenta un orgoglio, soprattutto in questo periodo. Vedo nel sodalizio una spinta importante verso l'attività alpinistica, un'attenzione diversa che non può che farmi piacere. Qualche mese fa è nato il progetto Eagle Team, con cui il Cai si propone di allevare giovani promesse del futuro, oggi sceglie di supportarci nelle nostre ambizioni. Una bella spinta da parte dell'associazione verso l'alpinismo e l'esplorazione».
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