Le primissime sono già giunte a destinazione. Sicuramente è arrivata quella al rifugio Tagliaferri, il più alto delle Orobie bergamasche, dove è simbolicamente stata recapitata sabato scorso. Così come al Mario Merelli al Coca.

Grazie all’iniziativa promossa da Oros, nostro editore, con il supporto di Cisalfa, per tre mesi, una copia della rivista arriverà nei rifugi lombardi. Un regalo per sottolineare il fondamentale ruolo svolto dai gestori nel presidiare il territorio, ma anche sul piano culturale ed educativo. È proprio questa specificità ad avvicinare il mensile Orobie ai rifugisti. Il racconto delle montagne lombarde, della loro bellezza e delle persone che si spendono per  preservarla e promuoverla, in fondo è solo l’altra faccia della stessa medaglia. Ecco così che, per tre mesi, accanto ai consigli dei rifugisti, i loro ospiti potranno trovare anche quelli della rivista grazie alla copia che arriverà in quota. 

E qui entra in gioco anche il terzo attore della «cordata», accanto a Orobie e Cisalfa: sarà infatti il Cai lombardo a occuparsi dell’«ultimo miglio», quello dal fondovalle ai rifugi. Con i soci del sodalizio protagonisti della staffetta che consentirà a Orobie di arrivare in quota consegnandola in oltre 200 strutture lombarde.

Un regalo per dire grazie

Un ulteriore modo per sottolineare nuovamente il fondamentale ruolo dei gestori e il difficile lavoro svolto, soprattutto nelle capanne più alte, anche dal punto di vista logistico. Certo, oggi, il grosso arriva a destinazione con gli elicotteri o fuoristrada, ma non è raro che i rifugisti salgano ancora portando con sé provviste o materiali a spalla. È il retaggio di una professione antica che richiede tanta passione, spirito di adattamento e tanti sacrifici. 

Orobie nei rifugi è un piccolo dono per ringraziarli anche di questo.