Il team di alpiniste italo-pakistane è arrivato al campo base del K2, a 5.000 metri di quota, e sarà la sede organizzativa per tutto il mese di luglio.

Lo scorso 16 giugno le italiane Anna Torretta, Federica Mingolla, Silvia Loreggian e Cristina Piolini e le alpiniste pakistane Samina Baig, Amina Bano, Nadeema Sahar e Samana Rahim hanno raggiunto Islamabad per dare il via alla spedizione che celebra il 70° anniversario della prima salita sulla seconda montagna più alta della Terra. Insieme a loro nella spedizione si contano 12 collaboratori, tra cui la dottoressa Lorenza Pratali , che si occupa di effettuare test medici sulle ragazze, il cuoco, il suo aiuto, i due sirdar, i leader locali degli Sherpa, e i quattro portatori d’alta quota.

I membri della spedizione, organizzata dal Club alpino italiano, ha raggiunto Skardu e Askole a 3.000 metri di quota. Da qui è iniziato il trekking per il Campo base del K2 raggiunto il 27 giugno, passando per Jula, Paju – Khoburtse, Urdukas, Gore II e Concordia.

È iniziata la fase di organizzazione del materiale e di preparazione della salita. Il campo continua in questi giorni a prendere forma con le diverse tende e i pannelli solari pensati per renderlo indipendente dal punto di vista energetico. Sarà il punto di partenza per poi raggiungere il campo base avanzato a 5.400 metri sulla via dello Sperone degli Abruzzi, dove nei giorni sorsi, tre delle alpiniste si sono già recate per verificare le condizioni e lasciare un deposito di materiale necessario per la successiva fase di acclimatamento.

Il campo base è anche sede della prima missione glaciologica, che prevede di studiare il ghiaccio e la neve del Karakorum per comprendere gli impatti dei cambiamenti climatici sulla regione e preparare una futura missione Ice Memory sul ghiacciaio Godwin-Austen. L’obiettivo finale è quello di raccogliere e conservare i vari campioni di ghiaccio prelevati da tutto il mondo.

La missione è organizzata dall’Istituto di scienze polari del Cnr  e dall’Università Ca’ Foscari Venezia, assieme a EvK2CNR, con il supporto della Environmental Protection Agency del Gilgit-Baltistan, con il contributo del Cai e del Ministero dell’Università e della Ricerca.