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«Pensare come una montagna»: al via il secondo ciclo di eventi

01 Ottobre 2024 / 16:00
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«Pensare come una montagna»: al via il secondo ciclo di eventi

01 Ottobre 2024/ 16:00
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Con l’autunno si apre il secondo ciclo di eventi e nuovi progetti del programma biennale promosso dalla GAMeC sul territorio della provincia di Bergamo, tra performance teatrali, installazioni, opere video e uno speciale Bread Baking Party: sabato 5 ottobre il Tour tra Bergamo e Vertova.

Dopo i contributi di Sonia Boyce, Mercedes Azpilicueta, Chiara Gambirasio, Lin May Saeed e Studio Ossidiana per Bergamo, Castione della Presolana, Dalmine e Brembate, il nuovo ciclo di eventi vede protagonisti Marta Cuscunà, Gabriel Chaile, Yesmine Ben Khelil e Agostino Iacurci insieme alle comunità di Casnigo, Vertova e Bergamo

Il programma biennale promosso dalla GAMeC sotto la direzione artistica di Lorenzo Giusti, vede il museo impegnato nella realizzazione di progetti artistici diffusi nella Bergamasca con l’intento di creare nuovi percorsi di condivisione volti a riflettere sui temi della sostenibilità e della collettività.

Marta Cuscunà -Casnigo, Teatro Circolo Fratellanza 3 ottobre "Alleanze Multispecie. Fantascienza, Femminismi E Creature Più-Che-Umane". Racconto performativo

Nell’ambito del programma "Pensare come una montagna", il teatro sarà lo spazio in cui Marta Cuscunà (Monfalcone, 1982), autrice e performer di teatro visuale, nota per la sua ricerca che unisce l’attivismo ambientale e sociale alla drammaturgia per figure, offrirà uno spazio di riflessione critica, interrogando il pubblico sulla possibilità di un futuro capace di coniugare progresso tecnologico e cura degli ecosistemi, promuovendo una visione integrata e collaborativa. Questo racconto performativo condensa le riflessioni portate nelle recenti produzioni di Cuscunà sul futuro del pianeta Terra ed esplora le interconnessioni tra specie e ambienti, mettendo in luce le relazioni tra le forze naturali e le azioni umane. Un discorso in cui è ravvisabile l’eco del pensiero dell’antropologa Anna Tsing, della biologa Lynn Margulis, del filosofo Bruno Latour e, specialmente, dell’ecofemminismo di Donna Haraway, che sottolinea come le dinamiche di dominazione e sfruttamento ambientale siano spesso parallele a quelle di oppressione di genere e giustizia sociale. La performance racconta il viaggio immaginifico dell’artista oltre il confine sempre più sfocato che separa il naturale dall’antropico, l’individualità e la simbiosi, la fine e un possibile nuovo principio. L’evento è parte di una serie di iniziative realizzate con il supporto del Club GAMeC – l’associazione degli amici del museo che dal 2005 sostiene le attività della Galleria, volte a promuovere la ricerca artistica contemporanea in tutte le sue forme.


Gabriel Chaile - Vertova, Ex convento Circolo degli anziani 5 ottobre. Festa del Pane-Bread Baking Party 

Originario di San Miguel de Tucumán, nel nord-est dell’Argentina, l’artista Gabriel Chaile (1985) esplora le tradizioni pre-colombiane del suo Paese per intrecciarle con le esperienze e i racconti delle variegate comunità che incontra, dando vita a opere che celebrano la memoria collettiva e la narrazione visiva e che sono capaci di affrontare, attraverso la loro attivazione, temi quali la sostenibilità, il cooperativismo, la decolonizzazione. In valle Seriana, al Circolo degli anziani di Vertova, l’artista ha raccolto testimonianze delle tradizioni locali legate alla produzione del pane e della pasta, con il fine di creare un’opera-forno capace di celebrare e riattualizzare queste usanze, alimentando dunque il senso di comunità attraverso il recupero e la valorizzazione di pratiche antiche. In occasione di un Bread Baking Party – come l’artista è solito definire questi eventi – la festa del pane che animerà il circolo degli anziani e pensionati del paese, nel forno verranno cotti i "Michini di San Patrizio", pane benedetto e distribuito ai fedeli di Vertova fino alla Prima Guerra Mondiale. Questo "pane dei miracoli" veniva conservato nelle case e consumato in caso di malattia, sia dalle persone sia dagli animali. La tradizione dei Michini è stata recentemente recuperata, con la produzione affidata a un forno locale e la distribuzione presso il Santuario di Colzate dedicato a San Patrizio. Fare il pane, così come riprendere a impastare i Teedèi, tipiche tagliatelle di Vertova, assume oggi un significato particolare. Non si tratta soltanto di rievocare usanze antiche, ma di generare relazioni che si ricostruiscono attraverso pratiche condivise. Il pane e la pasta sono l’innesco di un discorso e di un incontro collettivo: una questione di ospitalità radicale, allo stesso tempo estetica, culturale e politica. Al termine dell’evento di attivazione, l’opera-forno di Gabriel Chaile sarà esposta alla GAMeC per l’intero ciclo autunnale del progetto "Pensare come una montagna".

Yesmine Ben Khelil - Bergamo, Orto botanico Lorenzo Rota/Giardino d'inverno. Dal 6 ottobre al 19 gennaio 2025. Installazione site-specific

I lavori dell’artista dell’artista Yesmine Ben Khelil (Tunisi, 1986) si concentrano sulla riappropriazione di immagini, testi o oggetti al fine di creare narrazioni che confliggono con quelle ufficiali, in particolare coloniali. Spesso le sue opere – disegni, collage, installazioni, dipinti – scaturiscono da elementi tratti dalla realtà per esplorare antiche credenze popolari, miti e leggende che s’intrecciano nel mondo in cui viviamo. Nel corso di un periodo di residenza a Bergamo, Ben Khelil ha avuto l’opportunità di esplorare il patrimonio naturale e culturale della città, e conoscere l’Orto Botanico di Città Alta. Tra le specie qui presenti e profondamente radicate nel paesaggio urbano bergamasco, l’artista ha riconosciuto l’Acanthus, pianta erbacea perenne che cresce spontaneamente anche a Tunisi, sua città natale. L’acanto è al contempo seducente e "aggressivo", coltivabile ma difficile da controllare. La pianta stessa sembra sfidare ogni tentativo di divisione, affermando con determinazione che nulla potrà separare ciò che è unito. Nel Giardino d’inverno dell’Orto botanico, lungo il perimetro vetrato del padiglione, l’artista creerà un’installazione pittorica che riflette sui significati simbolici attribuiti alla pianta, mescolando passato e presente, realtà e finzione, Storia e storie, e geografie solo apparentemente distanti. L’installazione dal titolo "Rien ne pourra nous separer / Niente ci potrà separare" è composta da una serie di dipinti realizzati su tela di cotone fine, per consentire alla luce di filtrare attraverso di essi e, al contempo, al paesaggio circostante di essere parzialmente intravisto. Utilizzando l’acanto e le sue robuste radici come metafora delle complesse dinamiche migratorie e culturali che caratterizzano il Mediterraneo, l’artista costruisce un ponte culturale e simbolico, un dialogo tra diversi luoghi e culture, mettendo in luce come la natura possa essere un elemento di connessione e comprensione reciproca.

Agostino Iacurci - Bergamo, Orto botanico Lorenzo Rota/Polveriera superiore. Dal 6 ottobre al 19 gennaio 2025. Dry Days, Tropical Nights. Installazione site-specific

La pratica di Agostino Iacurci (Foggia, 1986) attraversa la pittura, la scultura, il disegno: media diversi che l’artista integra e articola in installazioni stratificate e ambienti immersivi in cui elementi eterogenei e frammenti di realtà entrano in relazione. Nelle sue opere dalle forme sintetiche e policrome, attraverso un linguaggio essenziale, è capace di veicolare molteplici livelli di interpretazione. L’attenzione di Iacurci sempre più rivolta agli ambienti e alla gestione dello spazio in relazione alla messa in scena espositiva incontra in questa occasione i volumi della Polveriera Superiore, architettura bellica di fine Cinquecento, dalla forma rigorosa, oggi parte dell’Orto botanico Lorenzo Rota di Bergamo. L’installazione concepita da Iacurci costituisce un adattamento site-specific del progetto "Dry Days, Tropical Nights" presentato nel 2023 presso la storica torre di largo Treves a Milano. Composta da diversi elementi scultorei luminosi, l’opera – prodotta da glo™ for art – costituisce una riflessione sul paesaggio e la sua costante trasformazione nel tempo. L’artista dà forma a questa visione trasformando lo spazio in una sorta di oasi: l’installazione di Iacurci si riferisce a due indicatori ambientali significativi – i giorni secchi e le notti tropicali – che descrivono la severità del caldo durante un determinato periodo in una data area, suggerendo che, se le attuali tendenze climatiche dovessero continuare, la Pianura Padana e l’Italia potrebbero trasformarsi in un paesaggio tropicale con estese aree desertiche nel giro di poche centinaia di anni. Completa l’installazione un intervento sonoro progettato appositamente per l’opera da Lechuga Zafiro, dj e produttore uruguaiano la cui sperimentazione musicale fonde l’essenza esplorativa della club culture con la poetica del sound design, esprimendo le sfumature della cultura musicale latinoamericana. Il paesaggio sonoro che riempie lo spazio è realizzato a partire da registrazioni effettuate sul campo in varie aree protette tra Messico e Uruguay, ed è parte del suo più ampio progetto "Biopaisajes Sonoros". A conclusione del periodo di esposizione, l’installazione entrerà a far parte del patrimonio della GAMeC grazie alla donazione dell’artista.

Opere da "Il Parlamento delle Marmotte" - GAMeC, Spazio Zero. Dal 6 ottobre al 19 gennaio 2025

Lo Spazio Zero della GAMeC accoglie una selezione di opere esposte nell’ambito della nona edizione della Biennale Gherdëina – Il Parlamento delle Marmotte – curata da Lorenzo Giusti. Conclusasi lo scorso 31 agosto, la Biennale ha esplorato i temi del selvaggio come dimensione creativa, del multispecismo come traiettoria del divenire e della montagna come terreno di incontro attraverso la partecipazione di artiste e artisti provenienti da diverse aree geografiche dell’Europa continentale e del Mediterraneo, in particolare dal Nord Africa e dal Medio Oriente. Attraverso una selezione di dipinti, sculture, opere video, fotografie e disegni, il percorso in GAMeC ritrova i temi della mostra in Val Gardena, concentrandosi in particolare sulla possibilità di una ricucitura culturale e politica tra Alpi e Mediterraneo, deconcettualizzando l’idea di natura a vantaggio di una dimensione narrativa, esistenziale, del selvaggio al tempo del "capitalocene". Realizzati nel corso degli ultimi anni, i lavori presentati nello Spazio Zero della GAMeC ci proiettano in un tempo esteso, geologico, metamorfico, in cui i confini geografici si perdono e in cui mari, deserti e montagne ritrovano la loro origine comune, mentre antiche narrazioni, proiettate nella realtà del nostro tempo, definiscono nuove traiettorie di senso, intrecciando la riflessione sulle origini con il pensiero sulle nuove possibili forme di esistenza e di coabitazione. Artisti e delle artiste in mostra: Talar Aghbashian, Alex Ayed, Ismaïl Bahri, Yesmine Ben Khelil, Nadim Choufi, Elmas Deniz, Esraa Elfeky, Andro Eradze, Marianne Fahmy, Daniele Genadry, Shuruq Harb, Katia Kameli, Laurent Le Deunff, Janis Rafa.

In contemporanea la sedicesima edizione di Artists’ Film International

In contemporanea, sarà presentata l’opera video En Ausencia di Caterina Erica Shanta, selezionata da GAMeC per la sedicesima edizione di Artists’ Film International, il programma cinematografico itinerante, curato e presentato collettivamente da quindici istituzioni d’arte contemporanea internazionali. Il network di Artists’ Film International 2024 è dedicato al lavoro di artiste e artisti che privilegiano i linguaggi dell’immagine in movimento. Il programma sarà attivo per 300 giorni con mostre, proiezioni e programmi pubblici in quattro continenti. Per questa edizione GAMeC e gli altri partner hanno commissionato o selezionato film recenti di autori e autrici che rispondono al tema della «solidarietà», considerata come una forma collettiva di resistenza, unione e interdipendenza. I film presentati affrontano i modi in cui questa viene ricercata e messa in atto su scala micro e macro, e coltivano immaginari radicali che hanno il potenziale di trasformare la nostra più ampia esperienza collettiva. Tutto il programma della rassegna sarà promosso e raccontato nella rivista online che accompagna «Pensare come una montagna», che raccoglie interviste agli artisti, testi critici e contenuti di approfondimento legati ai temi trattati dai progetti.


Tutte le informazioni su www.gamec.it 

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