Nel 1558, come si evince dai catasti dell'imperatore Carlo V, conservati presso l'Archivio Storico Civico di Milano, la chiesa di S. Giacomo era proprietaria, oltre che della "selvetta", anche di due cospicui appezzamenti di terreno "aratorio" con viti, che producevano una grossa rendita, frutto di importanti lasciti di due delle più importanti famiglie di Ello, i De Regibus e i Negroni.
Renato Aldo Ferri 9 anni, 6 mesi
Nel 1558, come si evince dai catasti dell'imperatore Carlo V, conservati presso l'Archivio Storico Civico di Milano, la chiesa di S. Giacomo era proprietaria, oltre che della "selvetta", anche di due cospicui appezzamenti di terreno "aratorio" con viti, che producevano una grossa rendita, frutto di importanti lasciti di due delle più importanti famiglie di Ello, i De Regibus e i Negroni.