Itinerario E

Parco del Curone: da Monte di Brianza da Calolziocorte

  • Escursionismo
  • 5 ore
11 Maggio 2022 / 16:41
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Scritto da Redazione Orobie
Itinerario

Parco del Curone: da Monte di Brianza da Calolziocorte

11 Maggio 2022/ 16:41
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Itinerario

Parco del Curone: da Monte di Brianza da Calolziocorte

11 Maggio 2022/ 16:41
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Il percorso

Con il sostegno di: InTERRACED
In collaborazione con: Parco Regionale di Montevecchia e della Valle del Curone


Dalla Valle San Martino l’itinerario percorre le sponde dell’Adda, lo attraversa e sale lungo la Valle del torrente Aspide fino ad arrivare a Consonno.

Alla stazione di Calolziocorte prendere il sottopasso che conduce all’imbocco di Via Stoppani. Svoltare a destra e percorrere la via fino ad intercettare sulla destra il percorso pedonale che arriva al lungo lagoCamminando verso il ponte di Olginate è possibile osservare varie specie di uccelli acquatici come svassi, tuffetti, folaghe, gallinelle d’acqua, cigni reali e varie specie di anatre.

Il rilievo del Monte di Brianza domina a ovest il panorama e tra la sua copertura boschiva è possibile osservare i numerosi nuclei rurali e borghi che ne costellano il versante. Attraversando il fiume osservando il percorso pedonale del ponte, si può vedere a destra la diga, impiegata per la regolazione del livello delle acque nel Lago di Como e della portata del fiume Adda a valle del lago, divide i laghi di Garlate e di Olginate.

Dopo aver sceso le scale che si collegano al percorso pedonale del lungo lago, svoltare a destra fino ad arrivare ad una delle vie che portano al centro storico di Olginate, come via Barozzi o anche via Alessandro Manzoni, dove si trova la Torre del Porto. Costruita a metà del Quattrocento e utilizzata come presidio di sorveglianza quando l’Adda, fungeva da confine tra il Ducato di Milano e la Repubblica di Venezia. Una volta giunti in Via Sant’Agnese, svoltare a sinistra, attraversare sulle strisce pedonali e percorrere la lunga via Don Ambrogio Colombo, che passa accanto all’Oratorio.

Alla rotonda attraversare la strada provinciale e salire lungo la via Belvedere per circa 500 mt. fino ad arrivare alla località Praderigo, dove i terrazzamenti sono stati in buona parte inglobati nei giardini delle numerose abitazioni sorte negli ultimi decenni. Superato l’abitato, sempre percorrendo la strada in salita, prendere in prossimità della curva, una larga strada boschiva lungo cui, sulla destra, si trova una palina che indica il segnavia n. 209 per Consonno, Cà Benaglia.

Percorrere la strada boschiva e poi seguendo le indicazioni, salire a sinistra lungo la mulattiera che corre accanto al Torrente Aspide, il cui toponimo lascia pochi dubbi sull’interpretazione. Secondo l’Olivieri, il toponimo stava ad indicare che le sue rive boscose erano originariamente infestate dalle vipere.

Il torrente Aspide

Salendo, il sentiero si dirama. Si prosegue mantenendo la sinistra, ma non prima di aver visitato sulla destra il filatoio di Cà Benaglia, che nonostante l’abbandono, rappresenta uno dei più interessanti siti di archeologia industriale locale. L'edificio è un piccolo filatoio che sorge molto isolato dal paese. Nel 1900 a Cà Benaglia vi erano 6 filatori, 3 rochelere e un fuochista. Il filatoio di Cà Benaglia testimonia il passaggio dalla vocazione agricola di questo territorio ad una artigiana-industriale.

La mulattiera sale snodandosi in una fitta copertura boschiva, dove domina in prevalenza il castagno e incontra più volte, lungo il suo percorso, il torrente Aspide nelle sue evoluzioni tra gorghi, vasche e piccole cascate.

A 550 mt di quota, il bosco si dirada e si apre per lasciare spazio a una grande stratificazione di roccia sedimentaria, costituita da arenaria/molera che sovrasta incombente. Una piccola cascata d’acqua, scende lungo la parete rocciosa. Questa località è chiamata Ceppon. Recentemente è stata oggetto di un intervento di sistemazione idraulica forestale da parte del Parco Regionale di Montevecchia e della Valle del Curone.

Il percorso si immerge nuovamente in pieno bosco fino ad arrivare da lì a poco al piccolo cimitero di Consonno, l’unica struttura dell’antico borgo, insieme alla Canonica e la Chiesa di San Maurizio, che si sono salvate dalla distruzione.

Sulla sinistra del cimitero si trova il Monte Mario, la collina che il Conte Bagno aveva fatto spianare per consentire la vista del Resegone e che ora versa nel totale abbandono.

Dopo aver superato il cimitero prendere la strada asfaltata che procede pianeggiante sulla destra. Dopo qualche centinaio di metri si arriva di fronte al minareto e all’enorme palazzo in stile arabeggiante che ospitava la galleria commerciale.

Il borgo di Consonno ha un’origine antica. Il toponimo “Consonnum” è citato in una pergamena già nell’anno 1085. Consonno era un tempo un tipico paese dell’Alta Brianza, il cui abitato era costituito da cascine, stalle e fienili. I suoi terrazzamenti erano coltivati per la produzione di ortaggi, soprattutto porri e taccole, che venivano poi venduti nei mercati di Milano; mentre i marroni venivano coltivati nelle selve castanili lì intorno, come attesta la presenza di un importante essiccatoio, andato distrutto insieme al borgo. Negli anni ’60 un eccentrico imprenditore milanese, Conte Mario Bagno, acquistò Consonno pensando che fosse il luogo ideale in cui costruire una "città dei balocchi". Il borgo fu così demolito per fare spazio a ristoranti, una balera, un albergo di lusso, diverse costruzioni con richiami alle più variegate culture e stili architettonici, un castello medievale e il celeberrimo minareto, un campo di golf, un tiro assegno, una pista per il pattinaggio, un luna park e un giardino zoologico. Nell’ottobre 1976 continue piogge provocarono una frana che interruppe la strada che saliva a Consonno. Fu l’inizio del declino della città fantasma. Anche gli ultimi abitanti di Consonno, che avevano visto una opportunità per vendere i propri prodotti agricoli ai turisti lo abbondarono. Oggi Consonno si presenta in uno stato di totale abbandono e degrado. Molti degli edifici rimasti sono pericolanti e ne è vietato l'accesso perché è proprietà privata e in secondo luogo per motivi di sicurezza. I suoi terrazzamenti e le sue selve castanili sono oggi avvolti dai rovi e assorbiti dal bosco che avanza. 

Dal minareto camminare seguendo la strada asfaltata che scende fino ad incrociare la strada che sale alla Canonica di San Maurizio. Svoltare quindi a destra per visitare la Chiesa di San Maurizio e la canonica, ora utilizzata come edificio rurale e le rovine di Consonno, come l’Hotel Plaza.

Edificio in rovina a Consonno

Dalla Chiesa di Consonno, l’itinerario ritorna a sinistra sulla strada già percorsa e che accoglie i visitatori con imponenti insegne arrugginite che recitano "A Consonno è sempre festa" oppure "A Consonno tutto è meraviglioso", fino ad arrivare ad una grande costruzione in rovina che sovrasta la strada, un tempo hotel chiamato “Pavesino”. Il panorama che si gode sulla Valle dell’Adda è magnifico e richiama paesaggi leonardeschi.

Superato l’edificio svoltare subito a destra lambendolo, percorrendo per circa un paio di chilometri un sentiero che, incrocia più volte il taglio per la pulizia delle linee elettriche e lungo il quale infestanti di varia natura banalizzano dal punto di vista della vegetazione l’ambiente boschivo. Scendendo, il percorso offre una bellissima vista sul versante bergamasco e il paese di Carenno. 

Prima di arrivare alle prime case del piccolo borgo di Serigola, si può osservare la presenza di boschi terrazzati con la prevalenza di formazione di ciliegi. Il piccolo nucleo rurale, chiamato in dialetto "Serigula" si trova nel comune di Olginate. Il suo toponimo è legato all’acqua e il suo significato deriverebbe da roggia, acqua corrente; come il torrente che scorre proprio al limitare delle prime abitazioni. Il paesaggio attorno all’abitato è caratterizzato da numerosi terrazzamenti in buona parte ancora coltivati a frutta e ortaggi, con la presenza di molti ronchi (i tipici orti della civiltà contadina).

Il borgo di Serigola

Superato l’abitato di Serigola, all’altezza della cappella mariana, prendere l’acciottolato che corre parallelo alla strada e proseguire fino ad arrivare alla frazione di Bornedo. I terrazzamenti sopra Bornedo sono a terra riportata senza l’utilizzo di muretti a secco e sorgono su un pendio che colpisce per la sua verticalità. Si nota la presenza di boschi terrazzati su tutto questo versante.

Arrivati alle prime case di Molino, proseguire percorrendo la via Molino che attraversa anche l’abitato di Bornedo, fino a svoltare a sinistra nella via Michelangelo mantenendo la sinistra dove la strada diventa un bell’acciottolato e dove sono presenti terrazzamenti coltivati a uliveto.

L’acciottolato diventa in seguito un’ampia carrareccia che corre tra campi terrazzati lasciati a prato e coltivati a frutta e verdura. All’incrocio con via Albegno, svoltare a destra e camminare fino ad arrivare alla Chiesa Conventuale Santa Maria La Vite.

All’incrocio con Via Santa Maria, attraversare la strada e svoltare a sinistra fino ad imboccare il sottopasso che attraversa la strada provinciale. Svoltare poi ancora a sinistra in via del Pino e poi seguire le indicazioni per il centro di Olginate. Di fronte al cimitero svoltare a destra e proseguire fino all’imbocco con la strada principale che attraversa il centro paese. Per tornare sul percorso del lungolago prendere una delle vie laterali sulla destra.

I punti di interesse lungo il percorso:  

1. Il lungo lago di Olginate. Dal lungo lago è possibile osservare varie specie di uccelli acquatici come svassi, tuffetti, folaghe, gallinelle d’acqua, cigni reali e varie specie di anatre. Il rilievo del Monte di Brianza domina a ovest il panorama e tra la sua copertura boschiva è possibile osservare i numerosi nuclei rurali e borghi che ne costellano il versante. Degna di nota la diga, impiegata per la regolazione del livello delle acque nel Lago di Como e della portata del fiume Adda a valle del lago, che divide i laghi di Garlate e di Olginate.

2. La Torre del Porto. Si trova nel centro storico di Olginate. Costruita a metà del Quattrocento, era utilizzata come presidio di sorveglianza quando l’Adda fungeva da confine tra il Ducato di Milano e la Repubblica di Venezia.

3. Il filatoio di Cà Benaglia.  Rappresenta uno dei più interessanti siti di archeologia industriale locale. L'edificio è un piccolo filatoio che sorge molto isolato dal paese. Nel 1900 a Cà Benaglia vi erano 6 filatori, 3 rochelere e un fuochista. Il filatoio di Cà Benaglia testimonia il passaggio dalla vocazione agricola di questo territorio ad una artigiana-industriale.

4. Il torrente Aspide. Nasce dall’omonima valle e le sue acque hanno rappresentato l’energia indispensabile per alimentare il filatoio di Cà Benaglia e non solo. Il suo toponimo lascia pochi dubbi sull’interpretazione. Secondo lo studioso Olivieri, stava ad indicare che le sue rive boscose erano originariamente infestate dalle vipere.

5. Ul Ceppon. A 550 mt di quota, il bosco si dirada e si apre per lasciare spazio a una grande stratificazione di roccia sedimentaria, costituita da arenaria/molera che sovrasta incombente. Una piccola cascata d’acqua, scende lungo la parete rocciosa. Questa località è chiamata Ceppon. Recentemente è stata oggetto di un intervento di sistemazione idraulica forestale da parte del Parco Regionale di Montevecchia e della Valle del Curone.

6. Il Cimitero di Consonno. Insieme alla Canonica di San Maurizio, rappresenta l'unico edificio rimasto del paese di Consonno, quando era un piccolo borgo agricolo. Il Monte Mario, che si trova alle spalle del cimitero, è una collina, il cui rilievo è stato dimezzato a colpi di dinamite dal Conte Mario Bagno, con l’intento di godere del panorama sul Monte Resegone.

7. Il borgo di Consonno. Il borgo ha un’origine antica. Il toponimo “Consonnum” è citato in una pergamena già nell’anno 1085. Consonno era un tempo un tipico paese dell’Alta Brianza, il cui abitato era costituito da cascine, stalle e fienili, mentre oggi è ridotto purtroppo ad una città fantasma.

8. Serigola. Chiamato in dialetto "Serigula", è un piccolo nucleo rurale che si trova nel comune di Olginate. Il toponimo è legato all’acqua e il suo significato deriverebbe da roggia, acqua corrente; come il torrente che scorre proprio al limitare delle prime abitazioni. Il paesaggio attorno all’abitato è caratterizzato da numerosi terrazzamenti in buona parte ancora coltivati a frutta e ortaggi, con la presenza di molti ronchi (i tipici orti della civiltà contadina).

9. La Chiesa Conventuale Santa Maria La Vite. Fu ampliata nella prima metà del XV secolo e nel 1472 fu accorpata al Convento dei fratelli di Sant’Ambrogio ad Nemus. In seguito il Convento ospitò i Carmelitani “calzati” della Congregazione di Mantova che vi rimasero sino alla soppressione del Convento nel 1872. I beni immobili e le proprietà vennero incamerati e venduti a privati mentre la Chiesa fu trasformata dapprima in opificio serico e poi in abitazione rurale. Si conservano parte dell’abside e della navata e interessanti affreschi quattrocenteschi.


Scheda tecnica: 

PERIODO PERCORRENZA: i sentieri del Monte di Brianza sono percorribili in tutte le stagioni; va tuttavia considerato che nel periodo primaverile ed autunnale può esserci presenza di fango a causa delle piogge più abbondanti, è quindi consigliabile un abbigliamento e un’attrezzatura di media-montagna.

DISTANZA: 14,50 km

DISLIVELLO POSITIVO: il percorso prende avvio da quota 200 m.s.l. e raggiunge, come quota massima, 642 s.l.m. circa; tuttavia sono presenti alcuni saliscendi che comportano un dislivello totale di 563 metri.

PRESENZA DI ACQUA SUL SENTIERO: Non indicato

Info utili: 

LINK A CUI È POSSIBILE FAR RIFERIMENTO PER AVERE MAGGIORI INFORMAZIONI CULTURALI SUL TERRITORIO: www.parcocurone.it/fruizione/index.html

SUGGERIMENTO PER PERNOTTARE LUNGO IL PERCORSO: Corte del Marascia affitta camere in un’antica corte restaurata. Si trova in Via Padri Serviti, 2, 23801 Calolziocorte LC 0341644064. Bluelake INN Via Cesare Cantù, 5, 23854 Olginate 3284888098.

SUGGERIMENTO PER MANGIARE LUNGO IL PERCORSO (in cui l’escursionista può trovare la tradizione culinaria locale): Bar de la Spinada a Consonno; Ristorante Lavello via Padri Serviti, 1 Calolziocorte tel: +39 0341 641088; Osteria Corte del Marascia Via Padri Serviti, 2 Calolziocorte tel. +39 0341 644064; Trattoria CANTU’ dal 1987 Via Milano, 97, 23854 Olginate tel: 328 2849296; Trattoria Fornasette Via Milano, 60, Olginate tel: +39 328 262 5331; Ristorante Fornasetta Via Milano, 77 Olginate tel. +39 0341 605035; La Locanda la Vite Via Santa Maria, 16 Olginate tel: +39 0341 650506.

SUGGERIMENTO DI GUIDE O ASSOCIAZIONI CHE SUL TERRITORIO PROPONGONO ESPERIENZE A PAGAMENTO: No