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Alveari bollenti e fiori secchi: -30% di miele

03 Agosto 2017 / 11:00
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Scritto da Redazione Orobie
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Alveari bollenti e fiori secchi: -30% di miele

03 Agosto 2017/ 11:00
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Scritto da Redazione Orobie

Il caldo di questi giorni fa seguito al freddo di inizio stagione. Una situazione decisamente negativa. Monitoraggio della Coldiretti Lombardia. E un avvertimento ai consumatori: “Attenti al miele che comprate”. Il video della smielatura.

Stagione negativa per gli apicoltori. A causa degli alveari bollenti e dei fiori secchi per il caldo, addio al 30% del miele lombardo. È quanto emerge da un monitoraggio della Coldiretti regionale sulle conseguenze dell'ondata di caldo torrido che sta investendo l'Italia da nord a sud. “Dopo le gelate di primavera, adesso oltre 5 mila apicoltori dei nostri territori devono fare fronte a temperature africane che, soprattutto in pianura, stanno facendo seccare i fiori spontanei togliendo risorse e nutrimento alle api. A fine stagione in Lombardia rischiamo di avere 500 tonnellate in meno di miele e di prodotti dell'alveare rispetto alle 1.700 tonnellate delle annate normali” spiega Ettore Prandini, presidente della Coldiretti Lombardia.

“In trent'anni di lavoro ne ho viste di estati calde e secche, ma come questa mai - racconta Stefano Andreazza, apicoltore di Parabiago (Milano)  -. Abbiamo già perso circa la metà del raccolto del millefiori estivo e adesso la situazione è drammatica. Con questo secco i prati sono bruciati, non ci sono fiori e le api non riescono a trovare il nutrimento, soprattutto nelle zone di pianura. Senza le giuste scorte di cibo si indeboliscono, le covate rallentano o si bloccano e quando arriverà l'inverno molte api saranno così debilitate che non riusciranno a sopravvivere». In Lombardia  - spiega la Coldiretti  - vengono gestiti oltre 143 mila alveari per una popolazione stimata di oltre 4 miliardi di api. E se la media regionale è di 28 alveari per allevatore, a Pavia la media sale a 53 mentre a Monza Brianza scende fino a 16. Comunque il record di provincia più apicola per numero di alveari spetta a Varese con 21.026 «case del miele», mentre il primo posto per numero di «pastori delle api» spetta a Brescia con 981 operatori.

«Dopo il freddo di inizio stagione è arrivato il caldo torrido a dare il colpo di grazia - spiega Irvano Fortini, apicoltore di Arzago d'Adda (Bergamo) con 800 alveari -. Le alte temperature e la scarsità di precipitazioni nelle zone di pianura hanno compromesso la produzione di miele, in particolare di acacia e millefiori. Siamo riusciti a recuperare qualcosa con le fioriture di castagno, rododendro e tiglio in montagna dove il caldo si è sentito meno. Quest'anno è stato veramente un disastro, metà della produzione è andata in fumo a causa delle bizze del clima».

Il video della smielatura

Le gelate tardive sono state le principali responsabili del calo della produzione di miele in montagna. “Le basse temperature dei mesi di aprile e maggio – spiega Andrea Risi dell’azienda Il Ronchello di Gandellino (Bergamo) – hanno compromesso la produzione di miele di acacia. Anche quella del miele di tiglio ne ha risentito. La nevicata in alta montagna di poco più di un mese fa ha fatto precipitare repentinamente la temperatura a circa 10 gradi e lo sbalzo termico ha causato alle api un forte contraccolpo”.

Il crollo della produzione lombarda, rileva la Coldiretti, apre le porte alla diffusione di miele importato, pertanto prima di effettuare gli acquisti è bene leggere attentamente l’etichetta

Commenti

mariolu sonzogni 6 anni, 8 mesi

“In trent'anni di lavoro ne ho viste di estati calde e secche, ma come questa mai" il 2003 è stato senza dubbio peggiore!!!

  • Redazione Orobie 6 anni, 8 mesi

    Evidentemente Stefano Andreazza sta parlando della sua esperienza di apicoltore. Ma grazie Mariolu per la tua attenzione a Orobie.it. E buona calda estate a tutti!

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