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Gasherbrum I e concatenamento con il Gasherbrum II. Il progetto di Moro e Lunger

27 Novembre 2019 / 11:00
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2108
Scritto da Redazione Orobie
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Gasherbrum I e concatenamento con il Gasherbrum II. Il progetto di Moro e Lunger

27 Novembre 2019/ 11:00
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Simone Moro e Tamara Lunger hanno annunciato la meta della prossima spedizione invernale: la salita del Gasherbrum I e il concatenamento con il Gasherbrum II.

Primo obiettivo la scalata del Gasherbrum I, su cui Simone Moro non è mai salito. Un'ascesa veloce e  - se possibile - in stile alpino nelle intenzioni dell'alpinista bergamasco e della compagna di cordata Tamara Lunger.  Una volta in vetta i due tenteranno il concatenamento con il Gasherbrum II partendo dal colle che separa le due cime (Moro ha salito il GII in prima invernale nel 2011 con Denis Urubko e Cory Richards)

"Nell'estate del 1984 Reinhold Messner e Hans Kammerlander realizzarono la prima salita e traversata di due cime, il Gasherbrum I (8.068 m) e il Gasherbrum II (8.035 m) - spiega Simone Moro  - A 35 anni di distanza vogliamo riproporre la stessa avventura ma nella stagione più difficile, l’inverno, tentando di concatenare le due cime di 8000 metri. Nessuno in tutti questi anni ha mai ripetuto questa traversata, neppure d'estate". 

La partenza della spedizione alpinistica è prevista per la metà di dicembre. Simone e Tamara hanno già iniziato l'acclimatamento all'interno di terraXcube, l'infrastruttura di ricerca di Eurac Research, partner scientifico del progetto, che simula le condizioni climatiche più estreme del pianeta. In queste settimane i due alpinisti dormono nella camera ipobarica di terraXcube e durante il giorno si alleneranno all'esterno. Dal 29 novembre, rimarranno in modo più o meno continuativo all'interno della camera ipobarica, dove potranno allenarsi su un tapis roulant. L’obiettivo è raggiungere un buon acclimatamento fino a 6400 metri e, in alcuni momenti la struttura riprodurrà le condizioni che si trovano a 8000 metri.

Saranno effettuati esami e osservazioni dei parametri fisiologici dei due scalatori sia prima della partenza che al rientro, nell'ambito di uno studio per valutare gli effetti dell'ipossia e prevenire il rischio di malattie d’alta quota, come l'edema cerebrale e polmonare.

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