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Schiera e Marazzi sull'inviolato Cerro Nora Oeste

14 Dicembre 2023 / 19:00
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Scritto da Redazione Orobie
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Schiera e Marazzi sull'inviolato Cerro Nora Oeste

14 Dicembre 2023/ 19:00
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Il racconto dell'impresa dei due Ragni di Lecco nella Patagonia cilena. 


Il 24 novembre scorso, i Ragni di Lecco Luca Schiera e Paolo Marazzi hanno raggiunto la vetta del Cerro Nora Oeste, montagna mai scalata nel ghiacciaio "Hielo Norte". I due alpinisti hanno aperto una nuova via, lungo lo spigolo ovest, con uno sviluppo di circa 900 metri, di cui 300 nel canale nevoso iniziale e altri 600 in arrampicata.

 Il grado di difficoltà arrivava fino al 6a+ su roccia e M6+ su misto. Si tratta della degna conclusione di un lungo percorso di esplorazione e ricerca che, negli ultimi anni, li ha visti tornare ben quattro volte sul grande ghiacciaio patagonico.

Fino a pochi giorni fa le notizie sulla spedizione, promossa e sostenuta dal Club alpino italiano, erano poche. Brevi messaggi di testo affidati al telefono satellitare, culminati lo scorso 24 novembre in un liberatorio: "Incredibilmente cima!", seguito, parecchie ore dopo, dall'sms che confermava il loro rientro sul ghiacciaio ai piedi della montagna, dove li attendevano i compagni Giovanni Ongaro e Andrea Carretta.

"Forse questa volta per noi si è davvero chiuso un capitolo. È vero, siamo alpinisti, e il fine ultimo è sempre stato scalare qualcosa, ma tutto quello che abbiamo sperimentato attorno alla scalata è proprio ciò che in nessun altro luogo abbiamo mai trovato e che siamo tornati a cercare su questo ghiacciaio enorme e misterioso", ha raccontato Luca Schiera.

"Sono finalmente riuscito a sentire Luca Schiera e Paolo Marazzi - ha spiegato il presidente generale del Cai Antonio Montani -  mi sono complimentato con loro per il successo della spedizione e mi hanno raccontato di aver avuto tutta una serie di coincidenze fortunate, che hanno reso possibile l'impresa, riuscendo al contempo a rispettare i tempi prestabiliti per il ritorno. Per il Club alpino italiano, il buon esito è la testimonianza che si possa ancora fare alpinismo di esplorazione. Siamo davvero molto contenti del successo e dello spirito con cui hanno affrontato il loro viaggio".

Molti gli inconvenienti che i due alpinisti hanno dovuto affrontare a partire dal cambio di programma proprio il giorno prima della partenza quando hanno scoperto che non avrebbero potuto seguire l'accesso più diretto navigando sul lago Colonia. Il team è stato costretto quindi a risalire la valle del Rio Nef in cinque giorni di cammino.

Il racconto delle fasi salienti della scalata è affidato alle parole di Marazzi: "La mattina del 23 novembre partiamo verso il Nora Oeste. Arrivati al cospetto della parete nord ci rendiamo conto che anche questa è per noi inscalabile: le condizioni sono invernali. Ormai sul punto di rinunciare individuiamo una linea lungo lo spigolo ovest, senza evidenti pericoli oggettivi. Il giorno successivo, risaliamo rapidamente il canalone e il nevaio che ci portano allo spigolo di roccia


A metà giornata siamo sotto ai funghi di neve della vetta. C'è un camino di roccia e ghiaccio che sembra portare verso l'alto. Ci infiliamo dentro e, magicamente, raggiungiamo la luccicante cresta che ci porta fino alla cima principale. Scattiamo qualche foto e mandiamo un messaggio agli amici del Cai: Incredibilmente cima del Nora Oeste!".

Altri due giorni di marcia sono serviti poi  per percorrere a ritroso lo Hielo, fino alle rive del lago Colonia. Qui, i quattro alpinisti sono rimasti fermi altri tre giorni, attendendo il passaggio di una perturbazione

Con l'arrivo del bel tempo è cominciata la traversata del lago. Una navigazione tranquilla, ma durante la discesa dell'emissario del lago, la situazione si è fatta drammatica. "Dopo pochi minuti ci siamo ritrovati in mezzo a delle grosse rapide. Giovanni Ongaro si è ribaltato ma fortunatamente è riuscito a nuotare raggiungendo la riva, mentre Andrea Carretta si è schiantato su un grosso masso, rimanendo bloccato in mezzo al fiume: alla fine è riuscito in qualche modo a saltare sul canotto e pagaiare fuori dalle rapide", racconta Schiera. Dopo quest'ultimo brivido la discesa è proseguita senza grossi intoppi. Ad attendere gli alpinisti il villaggio di Cochrane, meta finale del viaggio.


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