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Curnis e Moro 24 anni fa sull'Everest Un'impresa, ma soprattutto una grande amicizia

24 Maggio 2024 / 18:23
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Scritto da Redazione Orobie
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Curnis e Moro 24 anni fa sull'Everest Un'impresa, ma soprattutto una grande amicizia

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Non fu solo la conquista di una cima. E non fu solo la rivalsa di un sogno negato 29 anni prima a uno dei due componenti della spedizione. La vetta dell'Everest, sulla quale Simone Moro e Mario Curnis, esattamente 24 anni fa, il 24 maggio 2002, riuscirono a salire, fu soprattutto il sigillo di una grande amicizia. Iniziata tra i due alpinisti bergamaschi  - lontani anagraficamente, ma molto vicini come stile e visione  - qualche anno prima sulle Orobie e destinata a maturare sulle montagne di mezzo mondo e a durare fino a oggi. 

«Quando siamo arrivati in cima è scoppiato in lacrime  - raccontava Moro all'epoca riferendosi al compagno di spedizione  - era sfinito e non riusciva quasi a capacitarsi di ciò che era appena riuscito a fare. Passo dopo passo. Respirando a fatica dall'erogatore. Anche per me è incredibile: a 65 anni è salito a 8mila e 850 metri diventando l'uomo più vecchio del mondo sulla vetta dell'Everest. Spero, un giorno, di riuscire a fare altrettanto con lo stesso spirito e la stessa tenacia». Già, tenacia. Difficile trovare un altro termine per raccontare la vicenda di Curnis all'Everest. Alla montagna più alta del mondo lo scalatore di Nembro aveva dovuto, infatti, rinunciare nel 1973, quando, al seguito della spedizione di Guido Monzino, fu costretto a fermarsi al Colle Sud anche e soprattutto per sottostare alle logiche di una spedizione organizzata secondo i criteri prevalenti a quell'epoca.  Al sogno però non aveva rinunciato. Lo aveva tenuto lì, nello zaino, fino a quando assieme a un alpinista 31 più giovane di lui  era riuscito a ritirarlo fuori. Il resto, dicevamo, è la storia di una grande amicizia. Con Moro sempre al fianco del suo vecchio amico. E non solo in montagna. Ma anche e soprattutto in quelle vicende  - non sempre piacevoli - che la vita riserva anche alle altre quote. 

«La nostra amicizia - ha detto un giorno Moro - è una bella storia. perché viviamo dei momenti veri, sinceri. Mario rappresenta un mondo più umano, una generazione in cui i valori in cui credo, sono ancora vivi». «Il 24 maggio  - ha aggiunto oggi su Facebook - è un giorno speciale della mi vita. Si sono sposati i miei genitori e io sono salito nello stesso giorno la prima e la seconda volta sulla vetta dell'Everest assieme a Denis Urubko e poi con Mario Curnis. A lui voglio oggi mandare un saluto e un augurio di ripresa completa delle energie fisiche dopo il pit stop in ospedale di qualche mese fa». 

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